Cina, online nessuno parli male dell'economia

Cina, online nessuno parli male dell'economia

La Cina ha chiesto alle piattaforme social di fermare quanti producono analisi originali su temi economico-finanziari diffondendo disinformazione.
Cina, online nessuno parli male dell'economia
La Cina ha chiesto alle piattaforme social di fermare quanti producono analisi originali su temi economico-finanziari diffondendo disinformazione.

La Cina ha avviato una stretta sulle comunicazioni “self made” per affossare le fonti di informazione che divulgano analisi negative sull’andamento economico e finanziario del Paese. Secondo quanto si apprende da Reuters e Bloomberg, infatti, le autorità cinesi mal tollerano le fonti indipendenti che si mettono di traverso e creano un’opinione pubblica refrattaria alla dottrina del Partito: di qui la richiesta ai social media di agire per ostacolare questo tipo di fenomeno.

Cina, stretta sui social

Wechat, uno dei principali social media nel Paese orientale, ha spiegato che l’attività continuerà almeno fino al 26 ottobre: saranno indagati e affossati gli account che divulgano informazioni o rumor deleteri o contraddittori in grado di danneggiare i mercati finanziari. Per “self media” si intendono fonti originali che sui social media hanno dato vita ad una propria indipendenza, senza fare affidamento a testate giornalistiche regolarmente registrate dalle autorità statali, ma riconosciute e raggiunte su piattaforme che ne ospitano i contenuti. La richiesta prima è stata portata avanti dalla Cyberspace Administration of China (CAC) e la risposta dei social media sarebbe arrivata a stretto giro di posta allineandosi alle prescrizioni statali.

La richiesta delle autorità cinesi è stata inviata, oltre a Wechat, anche a Souyin, Sina Weibo, Kuaishou e altre piattaforme: a queste ultime è stata imputata la responsabilità di vigilare sulle fonti che gettano discredito sui mercati finanziari e che possano quindi essere considerate una fonte di inquinamento dell’informazione ufficiale su tematiche complesse e delicate come quelle legate all’economia e agli investimenti. Una mossa che in occidente viene inevitabilmente letta con orrore, in Cina rappresenta l’ennesimo tentativo di controllare i flussi di opinione pubblica su piattaforme online. Ai social media interessati è stato chiesto di affossare gli account responsabili così come con altri interventi di medesima caratura sono stati chiesti ulteriori ban utili ad indirizzare le informazioni in Rete.

Fonte: Reuters
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Pubblicato il
30 ago 2021
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