Nella giornata di giovedì un ISP cinese ha diffuso per alcuni minuti errate informazioni di routing che hanno influenzato di riflesso l’operato di alcuni grandi provider su scala globale come AT&T, Deutsche Telekom e Telefonica, che a loro volta hanno destabilizzato circa 37mila network tra cui CNN, Apple e Starbucks, coinvolgendo un numero imprecisato di utenti.
Gli esperti sostengono si tratti di un errore involontario e imputano a China Telecommunication (che, accettando queste informazioni dal provider minore, avrebbe amplificato un problema di portata altrimenti irrisoria), uno dei maggiori provider cinesi, la maggiore responsabilità di questa temporanea avaria della Web. Per alcuni è sintomatica dei problemi legati al protocollo BGP (Border Gateway Protocol), sviluppato quando la Rete era un club ristretto ai soli militari statunitensi. A tutt’oggi questa tecnologia è il collante di Internet, il sistema che permette di completare il routing delle richieste effettuate a mezzo browser che passano poi per i server DNS e i router degli ISP.
Secondo Andree Toonk, che ha monitorato gli eventi per conto di BGPmon , non si dovrebbero essere verificati grossi problemi per quanto riguarda la sicurezza: “Qualcuno potrebbe averci fatto caso – ha dichiarato Toonk – ma nel complesso l’impatto non dovrebbe essere stato così notevole”.
In passato si erano già verificati episodi simili che avevano portato a riflettere sull’opportunità di modificare l’infrastruttura stessa di Internet dal momento che il dialogo tra questi server non è soggetto a nessun tipo di approvazione per cui il funzionamento stesso di Internet è assicurato, almeno in parte, dalla buona fede di chi tiene le fila di questi sistemi.
Giorgio Pontico