Cina, se l'Apple Store è contraffatto

Cina, se l'Apple Store è contraffatto

Chiusi in Cina due store privi di licenza commerciale ufficiale. Ma i negozi che si spacciano per delegazioni di Cupertino vendendo prodotti originali sembrano proliferare in tutto il mondo
Chiusi in Cina due store privi di licenza commerciale ufficiale. Ma i negozi che si spacciano per delegazioni di Cupertino vendendo prodotti originali sembrano proliferare in tutto il mondo

Nonostante sia comunemente considerata la patria dei prodotti contraffatti, la Cina pare non essere disposta a transigere sull’uso indebito del logo della Mela. Le autorità di Pechino hanno ordinato la chiusura di due negozi operativi nella località di Kunming, rei di aver utilizzato il logo di Apple senza l’autorizzazione da parte di Cupertino.

Secondo i resoconti riportati da Reuters , a seguito di un’indagine condotta su 300 negozi presenti nella città sudoccidentale della Cina, gli agenti hanno scoperto cinque sedicenti Apple Store a operare senza l’autorizzazione da parte di Apple . Tutti gli store vendevano prodotti Apple originali, ma a due di essi sarebbe stata ordinata la chiusura forzata perché privi della licenza commerciale ufficiale.

Le indagini sono partite dopo che il blog BirdAbroad ha cominciato a postare alcuni resoconti, corredati da fotografie, relativi agli Apple Store contraffatti della città di Kunming, in cui anche i commessi erano convinti di lavorare per conto della Mela.

Secondo alcuni osservatori, la presenza di venditori abusivi testimonia l’impossibilità di Cupertino di fronteggiare l’ondata di richieste proveniente dalla seconda più grande economia del mondo. “Nelle aree lontane dalla città più grandi, è difficile trovare prodotti Apple, nonostante ci sia una forte domanda”, testimonia un’analista della compagnia finanziaria Shenyin & Wanguo Securities Co. di Shanghai. “Per un grande paese come la Cina – continua – il network di vendite di Apple non si è esteso abbastanza”.

Al momento, non è dato sapere se Cupertino, che possiede due negozi a Beijing e altri due a Shanghai, abbia giocato un ruolo nell’ambito delle indagini attivate dal governo cinese. Di sicuro, Apple dovrà fare i conti, qualora ne fosse all’oscuro, con la proliferazione di Apple Store tarocchi sparsi nel mondo (Croazia, Venezuela, Colombia, Slovenia, Spagna), secondo quanto riferisce l’autore del blog che ha lanciato il caso.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
25 lug 2011
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