Nuovo caso cinese per il colosso Apple, con la rimozione coatta di un’applicazione che permette agli utenti iOS locali di leggere in formato elettronico un totale di dieci libri banditi dal governo di Pechino . Realizzata dallo sviluppatore locale Hao Peiqiang, l’app jingdian shucheng – traducibile come libreria di classici – è sparita dai meandri cinesi di iTunes, restando a disposizione di tutti gli altri possessori di iPhone, iPad e iPod Touch.
Nella missiva elettronica spedita da Cupertino all’attenzione di Peiqiang, l’applicazione letteraria è stata rimossa perché legata a contenuti dichiarati illegali in Cina . Non adatta ai minori di 17 anni, jingdian shucheng aveva precedentemente avvisato i suoi downloader della presenza di materiale osceno e violento.
In un post pubblicato sul suo blog personale, lo sviluppatore Hao Peiqiang ha tuttavia ipotizzato ragioni diverse alla base della rimozione dell’app sulla versione cinese di iTunes. Tre dei dieci libri presenti nel breve catalogo sono infatti stati scritti da Wang Lixiong , noto esperto della delicata questione tibetana. Feroci critiche al governo di Pechino avevano così provocato il bando contro i suoi scritti .
Lo stesso Peiqiang non ha escluso un legame tra la rimozione della sua applicazione e i recenti problemi – tra garanzie commerciali e dispute sul trademark – riscontrati dalla Mela sul fiorente mercato cinese. Una eventuale censura per favorire il governo cinese avrebbe certamente del paradossale per un’azienda che aveva pensato al Dalai Lama in uno dei primi poster della celebre campagna Think Different .
Mauro Vecchio