Il Governo cinese ha deciso di continuare la sua lotta alla pornografia , protagonisti stavolta i cellulari: gli operatori mobile di Pechino e Shangai hanno ricevuto l’ordine – secondo quanto riportato dai media locali – di sospendere il servizio SMS degli utenti che sono trovati a mandare messaggini con “contenuti illegali o malsani”.
China Mobile, una dei più grandi provider della telefonia cinese, ha dichiarato che gli SMS saranno automaticamente scansionati alla ricerca di “parole chiavi” indicate dalla polizia, e i testi giudicati “malsani” se trovati in violazione dei criteri stabiliti dal governo centrale: una volta che la compagnia telefonica individuerà una parola chiave, bloccherà il servizio all’utente incriminato e rimanderà la questione alle autorità, cui spetterà il compito di chiarire la faccenda ed eventualmente ristabilire la linea del sessaggiatore scagionato o quanto meno pentito (in questo caso con l’obbligo di dichiarazione scritta che non lo rifarà).
È solo l’ultimo, cronologicamente, dei mattoni della grande muraglia digitale in fatto di pornografia: l’accesso alle linee telefoniche mobili era stato bloccato da parte del Governo già nella regione occidentale dello Xinjiang, abitata da una minoranza etnica musulmana rea di protestare contro il trattamento ricevuto da parte della maggioranza Han. Solo nei giorni scorsi il servizio è stato ristabilito e i cittadini della regione hanno ora a disposizione 20 SMS al giorno. Rimane ancora proibito effettuare chiamate internazionali e l’accesso alla Rete è limitato ai contenuti approvati (rigorosamente esclusi – per esempio – forum ed email).
Kan Kaili, professore di telecomunicazioni all’Università di Pechino, parla apertamente di sorveglianza costante dei messaggi, violazione della privacy e della stessa Costituzione cinese: “Controlli a così ampio spettro, su tutto e tutti, anche – ipoteticamente – di messaggi fra moglie e marito, certo non faranno contente le persone”. Secondo il professore, oltretutto, il governo non avrebbe ancora chiarito cosa costituirebbe un contenuto malsano.
Con i messaggi, insomma, sembra essere stato valicato un limite: i siti censurati occupano la sfera pubblica, i messaggi quella privata. E solo nel 2009 vi sono stati più di 5mila arresti in Cina per pornografia su Internet. Per alcuni di questi anche pagando più di 200 delatori, premiati con un totale di 33 mila dollari per riportare alle autorità eventuali contenuti disdicevoli.
Misure necessarie, secondo il Governo cinese, per combattere la pornografia, la pirateria e le altre attività illegali che dilagano in Rete e negli altri mezzi di comunicazione. Alcuni osservatori critici ironizzano su quali siano: ad esempio l’opposizione, o i fatti di Tiananmen.
Claudio Tamburrino