Nessuna versione di Wikipedia risulta al momento accessibile dalla Cina. Lo rende noto il report pubblicato da Open Observatory of Network Interference (OONI). I dati raccolti fanno risalire al mese scorso l’entrata in vigore di un blocco che, di fatto, rende impossibile ai residenti nel paese asiatico la consultazione delle voci presenti nell’enciclopedia online. Una misura simile a quella già vista negli ultimi anni in altri paesi come Egitto, Venezuela e Turchia.
Since 2017, Turkey has been without access to @Wikipedia across all languages. For two years, the world has missed the perspectives of the people of Turkey in the world’s free knowledge resource. #WeMissTurkey pic.twitter.com/Azz9lziAsn
— Wikimedia Foundation (@Wikimedia) April 29, 2019
Wikipedia irraggiungibile dalla Cina
Dal maggio 2015 la versione locale della piattaforma (zh.wikipedia.org) non è visitabile dal paese. Quelle internazionali (en.wikipedia.org, it.wikipedia.org e così via) non erano invece state interessate dall’oscuramento. Ora la mannaia della censura si è abbattuta su tutti i sottodomini *.wikipedia.org, senza alcuna distinzione, con una tecnica che di fatto prende di mira anche quelli che non esistono (come doesnotexist.wikipedia.org).
Wikimedia ha reso noto di non aver ricevuto da Pechino alcuna comunicazione in merito. Questo il breve comunicato distribuito dalla fondazione agli organi di stampa, attribuito alla portavoce Samantha Lien.
Nell’ultima parte di aprile la Wikimedia Foundation ha stabilito che Wikipedia non è più accessibile dalla Cina. In seguito a un’attenta analisi dei nostri report interni sul traffico, possiamo confermare che Wikipedia è al momento bloccata nelle versioni di tutte le lingue.
Stando a quanto rilevato da GreatFire.org, organizzazione che monitora e combatte le forme di censura calate dall’alto dal governo cinese, il blocco sarebbe operativo dal 23 aprile, dunque da più di tre settimane. Nessuna dichiarazione in merito alla vicenda da parte della Cyberspace Administration of China, l’agenzia che si occupa di regolamentare il funzionamento della Rete nel paese.
Non è da escludere che questo ennesimo giro di vite del Great Firewall sia in qualche modo legato alla ricorrenza che, il mese prossimo, segnerà i trent’anni dalle proteste di di piazza Tienanmen Stando ai test condotti, tra gli operatori che impediscono la consultazione di Wikipedia ai cittadini cinesi figura anche China Telecom, il più grande provider del territorio per quanto riguarda i servizi di connettività su linea fissa.