Il percorso verso il tanto invocato addio al gas russo sarà lungo e non privo di difficoltà, ma un primo significativo passo sta per essere compiuto. A confermarlo è stato Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologica, prospettando in due o tre anni la tempistica necessaria per interrompere questo tipo di rapporto commerciale con Mosca.
Energia: Cingolani sull’addio al gas russo
L’Italia sta lavorando sia sul fronte dello sviluppo delle rinnovabili (come chiede l’Europa con il piano REPowerEU) sia su quello della diversificazione. A tal proposito, a breve sarà annunciata la firma di un accordo con un non meglio precisato paese africano o nordafricano (forse l’Egitto) per un importante contratto di fornitura. I dettagli saranno resi noti a stretto giro, forse già entro i prossimi giorni. Queste le parole del ministro.
Io credo sia ragionevole dire che potremo abbandonare completamente la dipendenza dai russi nell’arco di 24-36 mesi, a seconda di come riusciremo a sistemare alcune infrastrutture.
Nell’ipotesi di un’interruzione improvvisa dell’invio di gas dalla Russia, per quanto saremmo coperti?
In uno scenario ipotetico in cui ci dicono:
Tra 24 ore il gas russo viene spento, per i primi tre o quattro mesi non avremmo problemi. Un po’ perché la stagione calda è in arrivo. Un po’ perché abbiamo delle riserve. Poi, perché non usiamo solo gas. Rimarrebbe però il problema dello stoccaggio.
Le dichiarazioni sono estratte dall’incontro Crisi climatica, dalla protesta alla proposta andata in scena oggi a ijf22, il Festival del Giornalismo di Perugia tornato quest’anno dopo due anni di stop forzato causa pandemia. Di seguito la registrazione integrale.
In questi giorni, Cingolani e tutto il Ministero della Transizione Ecologica sono alle prese con un attacco informatico che ha messo offline tutte le risorse del dicastero. Risultano irraggiungibili da ormai più di 48 ore. Le indagini sono in corso, con il coinvolgimento dell’Agenzia per la Cybersecurity Nazionale e della Polizia Postale.