Roma – Industria e Governo lavorano spalla a spalla per sostenerlo, e non sembrano disposti a lasciarsi scoraggiare da niente e da nessuno: il WiMAX a Taiwan è e sarà una realtà , nonostante le brutte notizie che arrivano dal primo operatore del paese, Fitel , pronto a mettere da parte il protocollo wireless e a dismettere la rete realizzata nella capitale Taipei . Ma si tratta, dice il Governo, solo di uno stop temporaneo: il WiMAX la trionferà.
E dire che il progetto di Taipei, la prima città al mondo che avrebbe dovuto essere cablata senza fili grazie al WiMAX, aveva suscitato l’invidia e l’ammirazione di molte altre capitali in giro per il mondo, così come di quelle città – non ultima San Francisco – che avevano visto sfumare o comunque allontanarsi il sogno del wireless cittadino pervasivo .
A quanto pare, tuttavia, l’entusiasmo della nazione asiatica che spera (ancora) di cavalcare l’onda del successo del WiMAX saltando a bordo per prima, non è bastato: Fitel non solo potrebbe abbandonare il progetto, ma potrebbe anche riconsegnare nelle mani del Governo la sua licenza per sfruttare le frequenze wireless assegnatele. O almeno si accinge a rivedere drasticamente tempi e modi di attuazione del lancio della sua rete , proprio come stanno facendo tutti gli altri operatori coinvolti, alla luce del drastico calo degli investimenti su scala globale per questa tecnologia.
Nortel , tra i principali sponsor del WiMAX, da qualche settimana è in regime di amministrazione controllata ad un passo dalla bancarotta, ed ha già annunciato che proprio la tecnologia wireless sarà tra i primi rami ad essere potati. Lo stesso dicasi per Motorola, Intel, Time Warner e Google che hanno ridimensionato il loro impegno in Clearwire , un nome tra i più conosciuti in questo settore, in vista di tempi difficili e dunque per risparmiare liquidità.
In ogni caso, a Taiwan non si mostrano particolarmente preoccupati. Se il presidente di D-Link , Anny Wei, ribadisce che “Il futuro del WiMAX è chiaro, e D-Link continuerà ad investire in questa tecnologia”, il Governo per bocca di un rappresentante dell’ Industrial Development Bureau si dichiara “molto ottimista su WiMAX”, aggiungendo che il protocollo è “una forma di banda larga wireless destinata a rimanere sul mercato: ci saranno delle aziende che posticiperanno (i propri investimenti, ndr), ma il WiMAX è ancora una buona tecnologia”.
Tanta sicurezza potrebbe probabilmente essere legata ai piani di sviluppo dell’infrastruttura a banda larga di due enormi bacini di utenza e potenze economiche come Cina e USA. Entrambi i paesi sono sul punto di mettere sul piatto un consistente investimento per potenziare le proprie offerte di banda larga , pensate come veicolo di sviluppo o rilancio economico del paese, e nonostante qualche balletto sulle cifre, potrebbero comunque togliere le castagne dal fuoco a Taiwan e alla sua scommessa sul WiMAX.
Luca Annunziata