Kodak ha avviato le procedure per aderire alla procedura per la bancarotta prevista dal Chapter 11 della normativa statunitense.
Le anticipazioni già parlavano di un’azienda in crisi finanziaria, con prodotti di poco successo sul mercato, la pellicola sempre più dimenticata sugli scaffali per l’avvento del digitale, e prossima a chiedere la copertura finanziaria prevista. Grazie ad essa, in particolare, l’azienda cerca di ottenere il tempo di riorganizzarsi restando sul mercato fin quanto può con la possibilità di tornare in carreggiata, senza dover subito affrontare i creditori.
L’unica speranza per la sopravvivenza dell’ormai ex-colosso della fotografia Eastman Kodak sembra essere rappresentata dai suoi brevetti: in questi mesi si è fatto un gran parlare, se non proprio di un’asta, quanto meno di una vendita divisa del suo portafoglio brevettuale per coprire i problemi finanziari.
Se l’asta non ha ancora ingranato, la possibilità di ottenere royalty (introiti da dispositivi esterni alla propria linea di prodotti) è ancora aperta: così, oltre alla causa per violazione di proprietà intellettuale già avviata contro Apple, RIM, Motorola, Nokia, Samsung, LG, Sharp e Sony, ne ha depositato una nuova contro HTC e ancora contro Cupertino, e, da ultimo , una contro Samsung e una contro Fujifilm . Ancora una volta sono chiamati in causa i brevetti relativi alla preview delle immagini scattate da dispositivi digitali nonché quelli relativi alle tecnologie per la condivisione delle foto.
I punti di forza del portafoglio brevettuale restano proprio le tecnologie relative all’elaborazione di immagini digitali , e su queste Kodak ha cercato e cerca di far leva con le denunce per ottenere licenze che garantiscano introiti e per aumentare il valore della sua proprietà intellettuale.
Nel frattempo Kodak ha già fatto sapere di aver ottenuto una linea di credito da 950 milioni di dollari con interessi a 18 mesi da Citigroup.
Claudio Tamburrino