Nella politica statunitense si torna a parlare di Cybersecurity Information Sharing Act (CISA), vale a dire di quella iniziativa pensata per costringere con la forza le aziende tecnologiche a condividere le informazioni e i dati degli con le autorità laddove queste ultime lo ritenessero necessario.
La proposta CISA circola da tempo a Capitol Hill e rappresenta, secondo i suoi detrattori, il nome nuovo di un mai sopito tentativo, da parte dei politici più conservatori, di garantire nuovi e più ampi poteri di tecncontrollo a FBI, CIA, NSA e alle altre organizzazioni preposte alla difesa della sicurezza nazionale degli States.
Il dibattito al Senato su CISA è iniziato in questi giorni, e i leader della maggioranza repubblicana Mitch McConnell dice di voler far passare la proposta di legge nel giorno di poco tempo – augurabilmente entro la fine di ottobre. In teoria i repubblicani hanno i numeri per approvare la proposta in entrambe le camere del Congresso, ma i rappresentanti di Capitol Hill dovranno fare i conti con un settore tecnologico che continua a dirsi sfavorevole a un approccio forzato come quello descritto da CISA. Una prima votazione , ancora non definitiva, sembra confermare queste prospettive.
CCIA, organizzazione industriale dell’IT che tra i suoi membri include colossi del calibro di Amazon, Microsoft, Google, Samsung e Yahoo!, ha pubblicato una lettera aperta che condivide gli obiettivi di CISA sulla collaborazione tra settore pubblico e privati nell’ambito della cyber-sicurezza ma esorta i politicanti di Washington a migliorare la proposta – una proposta che dovrebbe tenere in debita considerazione anche il rispetto della privacy e della sicurezza degli utenti.
A opporsi all’attuale formulazione di CISA ci sono Business Software Alliance (BSA), organizzazione che aveva inizialmente tenuto una posizione ambigua sulla legge e che ora ha confermato di voler chiedere una sua profonda modifica, Wikimedia , Yelp, Reddit, Apple, Twitter e molti altri.
Anche l’associazione delle biblioteche americane (ALA) chiede ai membri del senato di associarsi agli oppositori di CISA perché la proposta non farà altro che implementare uno nuovo strumento per la sorveglianza di massa da parte delle autorità federali.
Alfonso Maruccia