Cisco si aggiunge al lungo elenco di aziende occidentali che hanno deciso di chiudere le attività in Russia e Bielorussia, in seguito all’invasione dell’Ucraina. Il produttore statunitense aveva già sospeso le vendite all’inizio di marzo. L’uscita dal mercato russo avrà un costo di circa 800 milioni di dollari all’anno. Identica decisione anche per Nike.
Cisco abbandona la Russia
Cisco aveva sospeso le vendite di prodotti e servizi il 3 marzo. A fine maggio ha comunicato agli azionisti che la decisione avrebbe comportato perdite per circa 200 milioni di dollari nel terzo trimestre 2022. L’abbandono totale del mercato russo incrementerà la somma a 800 milioni di dollari all’anno. L’azienda californiana chiuderà tutti gli uffici e trasferirà i dipendenti in altre sedi, sostenendo i costi per viaggio, alloggio e altre spese.
Ci saranno ovviamente conseguenze per i clienti russi (privati e aziende). Nei prossimi giorni verranno contattati direttamente per stabilire eventuali rimborsi per servizi e software già pagati. L’azienda statunitense è nota soprattutto per i prodotti di networking, ma il suo ampio catalogo include anche piattaforme di sicurezza, collaborazione e cloud.
Anche Nike aveva sospeso le vendite il 3 marzo. Ora la multinazionale di Portland ha comunicato la chiusura degli uffici e dei 116 negozi. La stessa decisione era stata presa da Adidas e Puma. Reebok potrebbe addirittura vendere i suoi store ad un’azienda turca. È molto probabile che l’addio delle aziende occidentali faciliterà l’ingresso sul mercato russo di brand cinesi.