Un’agguerrita azione legale , condotta dai rappresentanti del movimento spirituale cinese Falun Gong . Nel mirino sono dunque finiti i vertici di Cisco Systems – tra i principali protagonisti del mercato globale legato al networking – che avrebbero fornito al governo di Pechino una specifica tecnologia per tracciare e silenziare determinate attività online .
Questa, in estrema sintesi, l’accusa formulata dalla fondazione di Washington Human Rights Law Foundation , che difenderà il movimento cinese presso una corte distrettuale di San José. L’azienda californiana avrebbe fornito alla Cina un meccanismo di sorveglianza noto come Golden Shield (scudo dorato), successivamente sfruttato dalle autorità asiatiche per individuare vari membri di Falun Gong.
Stando alle accuse , questa connivenza avrebbe portato all’arresto di circa 5mila cittadini cinesi , segregati e torturati dalle forze di polizia locali. Nato con obiettivi pacifici nel 1992, il movimento spirituale Falun Gong viene visto da Pechino come un gruppo di pericolosi dissidenti politici. È dalla fine degli anni 90 che le autorità asiatiche cercano di stroncare qualsiasi attività del gruppo.
I vertici di Cisco Systems avrebbero dunque le mani sporche di sangue, avendo realizzato una tecnologia mirata alla censura e al rastrellamento di individui. L’azione legale ha chiesto il pagamento dei danni (non meglio quantificati) e l’interruzione delle forniture da parte della società di San José. Un suo portavoce ha rifiutato ogni accusa: nessuna tecnologia censoria sarebbe stata realizzata; le spedizioni cinesi – così come in ogni altro paese del mondo – avverrebbero secondo le attuali leggi statunitensi .
Mauro Vecchio