Roma – È ormai noto a chiunque che Motorola stia ormai annaspando nella pozza di fango che si è scavata nell’indecisione e scarsa azione degli ultimi anni, e che dopo il lancio del Razr non ne abbia imbroccata più una, muovendosi schizofrenicamente tra il lancio di telefonini senza appeal, acquisti di aziende a carissimo prezzo (ricordiamo l’acquisto di Symbol che fa terminali industriali, e quello di Good Technology per tentare di competere con RIM sulla posta push), con il risultato di bloccare il mercato alle neo acquisite, delle quali non aveva una seppur minima competenza per gestirne il business.
È riuscita perfino ad acquistare da SonyEricsson il 50% di UIQ Technologies (la società che produce l’interfaccia UIQ per i terminali Symbian), e poi dopo nemmeno un anno decidere di abbandonare lo sviluppo di terminali basati su Symbian, e dedicarsi a Windows Mobile da impiegare sui Q9 ma nella versione priva di touchscreen, quella che non piace a nessuno.
Era sembrato che la “Big M” fosse ormai arrivata in fondo alla buca per iniziare risalire nel momento in cui si dimise il CEO della divisione mobile Ed Zander, un anno fa. Ma non si trovò nessuno all’altezza del compito con cui sostituirlo, ed il fondo del pozzo divenne in un attimo l’orlo del precipizio.
Da allora, le notizie riguardanti Motorola sono state sempre peggiori: dalla riorganizzazione e scissione delle divisioni interne al tentativo di impiegare Android sui propri terminali (ci risulta che, ad un anno dal primo annuncio, il team appositamente costituito sia ancora ad almeno un anno dal completamento di un terminale), fino alla recente chiusura del centro di ricerca e sviluppo italiano a Torino, a suo tempo acquistato da Telecom Italia.
La voce che l’azienda fosse in cerca di un cavaliere bianco era quindi sempre più forte, e finalmente nei corridoi si sussurra la notizia: forte di svariate decine di miliardi di dollari di liquidità in cassa, a fronte di debiti nulli, si è saputo che il colosso delle infrastrutture IP Cisco ha la necessità di impiegare una parte di questa montagna di soldi, visto che nella situazione attuale dei mercati sarebbe illogico non fare acquisizioni.
Stando alle nostre fonti, Motorola parrebbe essere reputata un buon completamento delle linee di business, con la sola sovrapposizione delle antenne WiMAX (Cisco ha acquistato da poco Navini), e con qualche rametto da potare qui e là perché non utile al core business dell’azienda guidata da John Chambers.
Oltre che a buon mercato, l’operazione parrebbe essere spinta dal governo USA che preferirebbe impedire che un pezzo di industria storica americana – dopo il boccone amaro di Lucent, finita ai francesi di Alcatel – finisse in mano straniera.
L’ulteriore notizia non ancora echeggiata, è che Motorola ha iniziato a tagliare la rete commerciale licenziando i venditori dedicati alle infrastrutture tecnologiche. Una mossa simile, è cosa nota, si usa fare in prossimità di una cessione ad altra azienda che possieda una propria rete commerciale.