Appena 52 voti favorevoli, lontani dal quorum necessario per l’approvazione in Senato del tanto discusso Cybersecurity Act , il disegno di legge proposto dal senatore indipendente del Connecticut Joe Lieberman, dedicato alla nuova strategia di sicurezza informatica per il governo degli Stati Uniti.
Per un pugno di voti – decisivo il blocco imposto dai senatori repubblicani – la proposta di legge non ha passato lo scoglio più duro, ora rimandata e aperta a sostanziali modifiche interne. Il Cybersecurity Act a stelle e strisce avrebbe introdotto nuove misure per la tutela delle infrastrutture informatiche da eventuali attacchi .
Decisivo per la bocciatura, il sistema volontario che avrebbe portato le principali aziende del web a consegnare alle autorità nazionali le informazioni necessarie per la prevenzione di crimini e identificazione dei sospetti . Dalla posta elettronica ai social network, gli attivisti avevano denunciato un vero e proprio incubo orwelliano.
Uno scenario non affatto gradito dalla U.S. Chamber , preoccupata che lo stesso sistema rimanga volontario solo sulla carta. Telco e net company non potrebbero trasformarsi in delatori per il governo , rischiando un’ondata di sorveglianza a danno dei diritti fondamentali dei netizen.
“Così la nostra nazione verrà lasciata vulnerabile”, ha commentato stizzito il padre del Cybersecurity Act Joe Lieberman. Il timore è che, nel pieno della cosiddetta cyberwar , paesi stranieri possano attentare alla stabilità delle infrastrutture nazionali, mettendo a rischio non solo la Rete per come la vivono gli utenti, ma anche i centri nevralgici reti idriche e elettriche.
Mauro Vecchio