Aggiornamenti dal fronte legislativo statunitense, nell’ennesimo scontro a fuoco tra il governo di Washington e la trincea formata dai grandi protagonisti del web. Supportate dagli attivisti per i diritti digitali, le net company hanno fatto quadrato contro il disegno di legge noto come Cyber Intelligence Sharing and Protection Act ( CISPA ), che di fatto obbligherebbe le varie società operative su Internet a rastrellare informazioni personali da consegnare alle autorità federali .
Al centro della contesa, la votazione effettuata alla House of Representatives sulle modifiche bipartisan al testo di CISPA, con la conseguente bocciatura dell’emendamento che avrebbe permesso ai vari fornitori di servizi digitali la difesa legale delle rispettive policy in materia di privacy . In sostanza , aziende come Google e Twitter avrebbero potuto assicurare ai netizen statunitensi una tutela duratura del diritto alla riservatezza, non consegnando grandi quantità di dati personali all’intelligence o alle varie agenzie federali.
Nell’agosto 2012, numerosi congressman repubblicani non si erano mostrati affatto convinti della bontà di un sistema volontario che trasformerebbe le varie net company in delatori per il governo federale. Dai servizi di posta elettronica ai grandi social network, gli attivisti avevano denunciato un vero e proprio incubo orwelliano, uno scenario non gradito nemmeno dalla U.S. Chamber , preoccupata che lo stesso sistema rimanga volontario solo sulla carta. Come denunciato da EFF e EPIC , si rischierebbe un’ondata di sorveglianza a danno dei diritti fondamentali dei netizen.
In effetti, dalla stessa Casa Bianca è stato diramato un minaccioso comunicato di veto contro il testo del controverso disegno di legge: alla House of Representatives bisognerebbe prestare grande attenzione al corretto bilanciamento tra i principi di tutela della cybersicurezza e il diritto alla privacy garantito a livello costituzionale, insieme ad altre “fondamentali libertà civili”. In sostanza, l’Amministrazione Obama non accetterebbe di firmare un testo che trasformerebbe gli operatori della Rete in vere e proprie spie.
Nel frattempo , il congressman californiano Adam Schiff ha presentato una nuova proposta d’emendamento al testo di CISPA, sottolineando l’urgenza di rimuovere la consegna delle informazioni personali in tutti quei casi che non rappresentano una conclamata minaccia alla sicurezza nazionale . Mentre il sostenitore Mike Rogers ha descritto i critici come “quattordicenni che twittano da uno scantinato”.
Mauro Vecchio