Nuovo blitz delle forze armate per assestare un duro colpo a chi si macchia del reato di pirateria editoriale: oggi nuovi sequestri per 28 siti Web e 8 canali Telegram che distribuivano in modo illegale quotidiani e riviste. L’operazione, denominata Clean Newspapers, è stata condotta dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma con il coordinamento del Pool Reati Informatici della Procura della Repubblica di Roma.
Pirateria Editoriale: l’operazione Clean Newspapers
È l’esito di un’indagine avviata nei primi mesi dell’anno, passata dal monitoraggio del fenomeno andato intensificandosi nell’ultimo periodo per ragioni legate in primis alla crisi sanitaria che ha interessato il paese spingendo molte persone a cercare online contenuti di cui fruire, talvolta anche ricorrendo a portali o canali non autorizzati. I siti erano registrati in località estere, soprattutto Stati Uniti, Panama e Russia, sfruttando servizi offerti dai registrar per celare identità e nazionalità degli intestatari dietro l’anonimato. A ospitare i contenuti invece server collocati in territori come Olanda, USA, Russia, Ucraina e Belize rendendo così difficoltoso rintracciare i responsabili e richiederne la cancellazione.
Il provvedimento di sequestro si è concretizzato con l’ordine emesso nei confronti dei provider di impedire l’accesso mediante oscuramento delle risorse indicate. Tra i quotidiani e le riviste distribuite con questa modalità il comunicato della Guardia di Finanza cita Corriere della Sera, Repubblica, Sole 24 Ore, Stampa, Fatto Quotidiano, Giornale, Manifesto, Tempo, Libero, Mattino, Corriere del Mezzogiorno, Corriere dello Sport, Gazzetta dello Sport, ma anche testate straniere come The Sun, The Times, National Geographics, Le Monde, Le Figaro, Les Échosoltre, BildZeitung, Süddeutsche Zeitung, Die Welt, Frankfurter Allgemeine Zeitung F.A.Z., El Pais ed, El Mundo.
L’operazione non si conclude qui. Le Fiamme Gialle confermano il prosieguo delle attività investigative in collaborazione con organismi istituzionali esteri per risalire all’identità dei responsabili. Sul loro capo pende l’accusa di violazione dell’articolo 171-ter (Legge 633 del 1941) e una pena che arriva fino a quattro anni di reclusione nonché una multa fino a 15.493 euro per chi diffonde abusivamente copie di opere tutelate dal diritto d’autore e da diritti connessi.
A fine aprile un’altra azione coordinata dalla Procura di Bari aveva portato alla chiusura di 19 canali attivi su Telegram con le stesse finalità.