Si è iniziato a parlare di Clearview e del sistema di riconoscimento facciale messo a punto dalla startup nel mese di gennaio, in seguito alla pubblicazione di un report sulle pagine del New York Times. Oggi la testata torna sull’argomento facendo emergere un altro aspetto legato alla sua attività, più nel dettaglio a chi è rivolta la tecnologia.
Clearvew: per chi se lo può permettere
Ufficialmente l’intelligenza artificiale viene offerta solo ad autorità ed enti governativi per finalità legate alla videosorveglianza e al controllo del territorio col fine di tutelare la sicurezza pubblica. A quanto pare le cose non sono andate esattamente così in passato: pare che il software sia stato reso accessibile da tutti coloro che hanno potuto permetterselo. Non è dato a sapere quale sia il prezzo fissato, ma immaginiamo non trattarsi di un esborso contenuto.
Tra chi ha avuto modo di testarne le caratteristiche con tutta probabilità anche Ashton Kutcher attore già nei panni di Steve Jobs sul grande schermo e finanziatore di numerose società hi-tech come Skype, Foursquare, Airbnb e Path. La testimonianza nel video in streaming qui sotto (al minuto 14:32) risalente al settembre 2019. Riportiamo di seguito in forma tradotta le sue parole.
Nel mio telefono, in tasca, in questo momento ho un’applicazione beta per il riconoscimento facciale. Posso inquadrare in viso di chiunque e sapere esattamente chi è, quali account su Internet possiede, cosa fa. È terrificante.
Sebbene Clearview non venga mai nominato in modo esplicito nella clip, ci sono pochi dubbi su quale sia l’app in questione. Stando alle informazioni raccolte e pubblicate oggi da New York Times c’è chi si è affidato al servizio “alle feste, agli appuntamenti e agli incontri di lavoro, mostrando le sue potenzialità per divertimento o identificando le persone i cui nomi non sono conosciuti o ricordati”. Insomma, per divertimento.
Il mese scorso è circolato in Rete l’elenco completo dei clienti di Clearview, in seguito a una violazione. Ci sono non solo autorità e realtà governative, ma anche aziende private e istituzioni del mondo finanziario o accademico: da NBA a Walmart, fino a Bank of America e University of Alabama.