Hillary Clinton spiega la sua leggerezza di aver usato un account privato per le alte questioni pubbliche affrontate in quanto Segretario di Stato appellandosi ai limiti del sistema di BlackBerry, nel 2010 in grado di gestire una sola casella email.
La polemica è quella che vede l’ex Segretario di Stato, ex First Lady e donna forte del partito democratico con nuove mire alla Casa Bianca, criticata per aver usato la sua email privata (e dunque i propri server) per le comunicazioni ufficiali del governo degli Stati Uniti. Si tratterebbe non solo di un problema di sicurezza, ma anche legato all’inaccessibilità di tali comunicazioni al suo successore e ad eventuali richieste di accesso invocate per trasparenza attraverso il Freedom of Information Act .
Per questo Clinton è dovuta tornare sull’argomento , chiarendo le motivazioni che l’hanno spinta a usare una email privata e cercando di rassicurare la società civile e le autorità scacciando le ipotesi più catastrofiche per la sicurezza. Da un lato è dunque scesa nel dettaglio riguardo ai server legati all’account privato utilizzato, spiegando che sono stati organizzati quando il marito Bill (che non la aiuta, affermando di non utilizzare neanche oggi le email) era Presidente degli Stati Uniti, e quindi con tutte le sicurezze dovute. Dall’altro ha riferito di aver usato quella email per “comodità”, per non doversi dotare di due diversi cellulari, che sarebbero stati necessari per gestire email personali e professionali, dal momento che il BlackBerry che allora utilizzava non supportava la sincronizzazione di due account di posta differenti.
I dispositivi prodotti dall’azienda canadese rimangono i preferiti da parte dei funzionari del governo statunitense proprio in rapporto alla sicurezza che sembrano garantire (e nonostante non siano certo immuni dalle minacce): tuttavia solo con l’avvento di BlackBerry 10 in poi, che ha debuttato nel 2013, proprio mentre la Clinton lasciava il suo ufficio, supportano il doppio account addirittura a livello di chip, permettendo una gestione assolutamente separata.
La pezza – come si suol dire – rischia ora di essere peggiore del buco: secondo gli esperti di sicurezza il discorso di Clinton non ha ispirato fiducia. Innanzitutto, a proposito del rischio di compromissione delle sue comunicazioni si è limitata a riferire che aveva adottato le necessarie misure di sicurezza, senza tuttavia spiegare quali.
Inoltre, a proposito della questione di trasparenza, Clinton ha messo a disposizione del Dipartimento di Stato la sua corrispondenza dopo aver cancellato più della metà delle email: nell’incontro con le autorità ha spiegato di aver cancellato 31.830 email delle 62.320 tra ricevute ed inviate tra il 2009 ed il 2013, in quanto non relative ad affari federali . Un’altra affermazione basata esclusivamente su un atto di fiducia.
Claudio Tamburrino