Agosto caldo per Psystar , il produttore di cloni Mac, che ha subito il fuoco di Cupertino. Uscita dalla procedura di bancarotta e con nuovi legali , il giudice ha deciso che Psystar dovrà pagare ad Apple 5mila dollari di spese processuali .
La fase istruttoria era iniziata con un accordo considerato un successo da Psystar, che ha ottenuto nei primi giorni del mese di poter convocare i maggiori vertici di Apple.
Tuttavia la fase dedicata alle deposizioni è subito apparsa spigolosa: nella sua dichiarazione giurata, il produttore di PC cloni ha accusato Apple di trincerarsi dietro pratiche processuali ostruzionistiche , in particolare rifiutandosi regolarmente di rispondere alle richieste di chiarimenti o di testimonianze, puntando a trascinare Psystar nella bancarotta addebitandole i costi processuali.
Inoltre la deposizione del responsabile marketing di Cupertino Phil Schiller (designato dalla Mela anche per spiegare “i danni subiti da Apple”) era stata interrotta da Psystar perché ritenuto dai suoi nuovi legali “totalmente impreparato” sugli argomenti trattati, tanto da chiedere al giudice di imporre all’uomo Apple di ripresentarsi meglio preparato. Pronta risposta di Cupertino: “era preparato perfettamente a discutere delle ingiurie scagliate contro Apple”. A quanto risulta ad alcuni osservatori , Psystar punterebbe ad ottenere rilevanti dati finanziari che Apple si rifiuta di divulgare non fidandosi più delle doti di riservatezza e di correttezza della controparte.
Apple ha ora infatti accusato Psystar di aver violato un’istanza del tribunale distruggendo prove cruciali relative all’accusa di aver modificato OS X per renderlo compatibile con PC non Apple: avrebbe cancellato copie del codice software che violavano il diritto d’autore della Mela e che era usato sui computer venduti. La faccenda si farebbe così molto più seria perché oltre alla violazione di proprietà intellettuale si arricchirebbe di questo grave reato federale.
Quei PC dimostrerebbero in che modo Psystar ha violato il DMCA e sarebbero stati rinvenuti da Cupertino sui computer clonati. Nelle ipotesi di Apple sarebbe stato utilizzato il bootloader dell’hacker russo Netkas, trovato nei PC del difensore scovati dall’accusa.
Il produttore di Mele clonate afferma di aver “innocentemente mancato nell’adozione di misure di prevenzione”. Il codice Netkas, si difende inoltre, sarebbe stato usato solo a scopo sperimentale e si trovava sui PC ispezionati da Apple perché le ridotte dimensioni della realtà economica di Psystar non permettevano di dotarsi di hardware differenti per il commercio e per la sperimentazione.
Manca ancora all’appello il codice modificato per aggirare le misure di sicurezza preposte da Apple. Rischiando così di far accusare il CEO di Psystar Rodolfo Pedraza di falsa testimonianza: aveva sotto giuramento confermato l’esistenza del codice.
Claudio Tamburrino