La Federal Communications Commission continua a raccogliere pareri sul National Broadband Plan e il futuro dell’infrastruttura di rete negli Stati Uniti. Dopo i pareri già registrati di AT&T , Ministero della Giustizia e Google ora tocca alla Federal Trade Commission esprimersi. E lo fa con un avvertimento dei pericoli impliciti nell’uso e abuso del cloud computing come finestra privilegiata sulle informazioni dei cittadini-utenti, parimenti alla scarsa consapevolezza delle conseguenze dello storage remoto da parte dei suddetti utenti.
Negli States la FTC svolge un’efficace azione di difesa dei consumatori contro i tentativi di prevaricazione da parte del business privato e del potere di controllo delle autorità di enforcement , e proprio partendo da questa azione difensiva la Commissione fa presente alla FCC i suoi dubbi sul reale rapporto tra utenti e cloud computing.
“Ad esempio – scrive la FTC nella lettera inviata alla FCC – la capacità dei servizi di cloud computing di immagazzinare e conservare su server centralizzati un numero in aumento di dati dei consumatori, combinata alla facilità con cui tali dati centralizzati possono essere messi a disposizione di altri, crea il rischio che grandi quantità di dati vengano impiegati in modi originariamente non previsti o compresi dai consumatori”.
Nelle preoccupazioni della FTC c’è Google che con il suo Nexus One può avere accesso a una messe sterminata di informazioni archiviate e movimentate dai suoi utenti, ma c’è anche il rischio che i più grandi collettori del cloud computing (ancora Google ma anche Amazon, IBM, Microsoft e altri) si trasformino in “hard discount onnicomprensivi” a favore di autorità che aspirassero a mettere in piedi massicci database di qualsiasi cosa su chiunque.
Per FTC la rete broadband prossima ventura deve passare anche per questioni di importanza capitale (ancorché non di rado relegate a semplice comprimarie del business, l’advertising e lo sfruttamento finanziario) come la privacy online e la sicurezza dei dati archiviati in remoto. Campo nel quale l’organizzazione federale dice di poter dire la sua in virtù di una comprovata esperienza pluriennale.
Alfonso Maruccia