Cloud gaming in 5G: una realtà possibile?

Cloud gaming in 5G: una realtà possibile?

In che modo Google Stadia, Microsoft xCloud e le altre piattaforme di cloud gaming potranno beneficiare dell'accensione delle infrastrutture 5G.
Cloud gaming in 5G: una realtà possibile?
In che modo Google Stadia, Microsoft xCloud e le altre piattaforme di cloud gaming potranno beneficiare dell'accensione delle infrastrutture 5G.

Il mondo videoludico sta cambiando, piaccia o meno. Si sta muovendo in una direzione che porterà al graduale abbandono del supporto fisico (la nuova Xbox One S senza lettore per i dischi lo testimonia) e alla progressiva diffusione di soluzioni legate al cloud gaming (Stadia di Google e xCloud di Microsoft debutteranno a breve) che permetteranno di giocare in streaming ai titoli AAA senza dover acquistare una console dedicata o un PC con caratteristiche hardware di fascia alta. In un contesto simile, anche l’avvento delle nuove tecnologie legate alla connettività, i network 5G in primis, potrà contribuire a definire i nuovi connotati dell’industria videoludica.

Cloud gaming, eSport e 5G

Proviamo a immaginare lo scenario: accenderemo il nostro PC, smartphone, tablet o televisore e, così come oggi apriamo Netflix per guardare un film o gli episodi di una serie TV, potremo lanciare uno delle centinaia di giochi proposti dalle diverse piattaforme. Si avvierà immediatamente, senza attese, download né installazioni. Una volta terminata la partita, basterà un gesto altrettanto semplice per chiuderlo e magari passare a un altro titolo, potendo poi riprendere in un secondo momento esattamente da quel punto, con la gestione dei salvataggi delegata al cloud.

A differenza di quanto avviene con i contenuti multimediali video e audio, però, non sarà possibile farlo in modalità offline, scaricando il codice nella memoria interna, per ovvie ragioni. Dimentichiamoci dunque di poter giocare con Stadia, xCloud o con le alternative già lanciate come PlayStation Now o GeForce Now durante un viaggio in aereo.

E in mobilità, invece? Quello sarà possibile, ma non prima dell’avvento del 5G. Le reti attuali, 4G e LTE, non garantiscono infatti una latenza abbastanza ridotta da assicurare una comunicazione efficiente tra il dispositivo e il server remoto: anche pochi millisecondi possono fare la differenza tra l’invio di un comando e la sua esecuzione.

C’è da considerare anche il consumo di banda. Trasmettere un flusso video a risoluzione Full HD o addirittura in 4K esige un quantitativo di dati non indifferente e con i piani mobile offerti oggi dagli operatori non è sostenibile. Serviranno tariffe flat alle quali affidarsi per navigare quando ci si trova lontani dal WiFi senza la preoccupazione di veder esaurito in tutta fretta il contatore dei GB disponibili. Se la quantità di dati è una variabile importante, la latenza è invece un paradigma fondamentale: l’istantaneità offerta dal 5G è l’elemento abilitante che consente a cloud gaming ed eSport di essere effettivamente praticabili in mobilità, mettendo tutti i giocatori sullo stesso piano per poter misurare le rispettive capacità sui tempi personali di reazione invece che sui lag della rete. Tutto ciò sarà possibile, anche se forse non subito, insieme al 5G. Almeno questa è la promessa che tutti ci auguriamo di veder mantenuta.

Il 2019 verrà con tutta probabilità ricordato come un anno di transizione che ha spinto nuove modalità di fruizione dei giochi ad approcciare un mercato che da una parte guarda al futuro con Stadia e xCloud, dall’altra continua a far leva sull’effetto nostalgia proponendo riedizioni mini delle vecchie console strizzando l’occhio a chi ha più di una qualche primavera sulle spalle. E talvolta, con progetti come Antstream, le due cose convivono.

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Pubblicato il
23 apr 2019
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