Com’è ormai noto la tecnologia Cloud sta letteralmente rivoluzionando l’approccio di tante aziende (e privati) ai sistemi informativi. In questo articolo di concentreremo su Google Cloud Platform, servizio basato sulla “nuvola” che, ad oggi, rappresenta uno dei rivali più accreditati di AWS (Amazon Web Services). Quest’ultimo può essere considerato il leader del settore, grazie all’incredibile versatilità dell’offerta messa in piedi dal gigante dell’e-commerce. Ed è proprio questa la chiave di un buon servizio cloud.
Google Cloud Platform (GCP) è arrivato un po’ in ritardo rispetto ad AWS. L’azienda di Mountain View non ha mai avuto una grande esperienza nei servizi IT per le grandi aziende. Per tale ragione, ha trascorso diversi anni a “studiare” la materia, per poi offrire al mercato la propria proposta.
GCP non è stato concepito come un clone di AWS, bensì come una piattaforma che fornisce servizi su vasta scala, tra cui intelligenza artificiale e machine learning. I vantaggi della soluzione targata Big G includono prezzi interessanti (grazie a uno sconto sull’utilizzo prolungato), una rete molto più veloce che collega i suoi datacenter, la migrazione in tempo reale di macchine virtuali e una varietà di backup ridondanti per assicurare un’archiviazione sempre disponibile. Non si tratta però di un servizio perfetto e, come vedremo, ci sono certamente ambiti in cui migliorare.
Cos’è Google Cloud Platform
Google Cloud Platform, offerto da Google, è una suite di servizi di cloud computing che gira sulla stessa infrastruttura che Google utilizza internamente per i suoi prodotti per gli utenti finali, come Ricerca Google, Gmail, archiviazione di file e YouTube. È il classico esempio di cloud come parte di una più ampia suite di applicativi, con particolare riferimento alle aziende. La forza della soluzione dell’azienda di Mountain View è infatti proprio quella di poter dialogare direttamente con servizi pensati per il mercato consumer.
I vantaggi del cloud di Google
I vantaggi dell’utilizzo di Google Cloud Platform sono molteplici. Per tale ragione abbiamo individuato delle macro categorie tecniche nelle quali, grazie all’approccio operato dell’azienda di Mountain View, questo servizio è in grado di offrire qualcosa di più rispetto alla concorrenza:
- il servizio, completamente scalabile, non necessita di investimenti iniziali (il costo addebitato corrisponde al reale utilizzo);
- l’infrastruttura a disposizione degli utenti è la stessa che utilizza Google per offrire i suoi servizi (Youtube, Gmail e rete di ricerca);
- la dorsale di rete in fibra ottica su cui poggia l’infrastruttura è una delle più avanzate, veloci e scalabili (uno dei cavi passa attraverso l’Oceano Pacifico);
- i dati caricati nel sistema sono ridondati grazie a mirroring automatico su diversi dispositivi;
- hardware e software sono all’avanguardia grazie ai costanti aggiornamenti (l’infrastruttura utilizza software innovativo come MapReduce, BigTable, Dremel, Spanner e Flume).
Caratteristiche del cloud
Fatte queste doverose premesse, passiamo ad analizzare le caratteristiche intrinseche a Google Cloud Platform, così da comprendere fino in fondo la logica con cui questo servizio è stato strutturato.
Calcolo
Google ha creato una massiccia infrastruttura di data center progettati per scalabilità e tempi di risposta minimi. Ciò si è tradotto in un’offerta cloud in grado di elaborare oltre 100.000 eventi al secondo o gestire operazioni con una dimensione del carico utile dell’evento aggregato totale superiore a 100 MB/sec. Una capacità di calcolo enorme, che apre ai più svariati utilizzi in ambito aziendale.
Anche perché Google Cloud Platform può contare su oltre 100 punti di presenza in 15 regioni globali connessi da reti in fibra ottica dedicate. Con Virtual Private Cloud (VPC) è possibile connettere le proprie risorse GCP o isolarle l’una dall’altra. Attraverso Cloud Delivery Network (CDN) il contenuto viene distribuito attraverso punti di presenza a livello edge e il servizio di Cloud Load Balancing può impedire il sovraccarico di una posizione bilanciando il traffico HTTP(S), TCP/SSL e UDP.
Il Cloud Load Balancing di Google è lo stesso utilizzato dal motore di ricerca e gestisce fino a 1 milione di query al secondo. C’è infine Google Cloud Dedicated Interconnect per il collegamento di cloud privati con GCP; questo servizio fornisce connessioni di livello aziendale a GCP con una capacità di trasmissione da 10 a 80 Gbps.
Storage/Disco
La parte di storage è composta da Cloud Datastore (per salvare dati non relazionali NoSQL), Cloud SQL (per gestire database relazionali MySQL) e Cloud Storage (un servizio di stoccaggio duraturo e altamente disponibile). In generale si tratta di una visione del cloud storage come parte di una più ampia suite di applicazioni web. In tal senso l’esempio concreto è certamente Google Drive, ormai confluito all’interno della suite Google One. Quest’ultima, oltre a Gmail e Calendar, offre anche Documenti (il corrispettivo di Word), Fogli (il corrispettivo di Excel), Presentazioni (il corrispettivo di Power Point), Hongout, solo per citarne alcuni. Tutti servizi che sfruttano il cloud storage per un corretto funzionamento, garantendo all’utente finale (privato o azienda) una perfetta complementarietà.
Network
Dalle opzioni ad alte prestazioni come Dedicated Interconnect e Partner Interconnect, a Cloud VPN, indicata per volumi meno elevati, fino alle opzioni di peering diretto e con operatori, le soluzioni di Connettività ibrida Google Cloud sono in grado di soddisfare buona parte delle esigenze presenti sul mercato delle infrastrutture cloud.
Network Connectivity Center offre la possibilità di connettere facilmente le reti on-premise, Google Cloud e altre reti cloud aziendali e gestirle come spoke tramite un unico hub centralizzato su Google Cloud. È possibile inoltre eseguire il provisioning, utilizzando la rete globale di Google. La rete VPC include una selezione granulare di intervalli di indirizzi IP, route, firewall, reti private virtuali (Cloud VPN) e router Cloud.
Cloud DNS è inoltre un servizio DNS (Domain Name System) scalabile, programmabile e gestito, in esecuzione sulla stessa infrastruttura dell’azienda di Mountain View. Cloud DNS converte i nomi di dominio come www.google.com in indirizzi IP come 74.125.29.101. In questo modo, sfruttando la semplice interfaccia proprietaria, è possibile pubblicare e gestire milioni di zone e record DNS.
Infine, Service Directory offre un unico posto in cui pubblicare, individuare e connettere tutti i servizi delle applicazioni, riducendo la complessità operativa e di gestione. Questo permette di migliorare la gestione dell’inventario su larga scala e ottenere informazioni sui servizi in tempo reale, sia che si disponga di pochi endpoint o di migliaia.
Sicurezza
Per quanto riguarda identità e sicurezza, entrambe esigenze essenziali nell’utilizzo della “nuvola” (tanto in ambito aziendale che in quello privato), i servizi di Google Cloud Platform si articolano in strumenti come Cloud Key Management per la gestione di chiavi di crittografia simmetriche e asimmetriche, nonché in servizi per l’individuazione, la classificazione e la protezione dei dati sensibili (Cloud Data Loss Prevention).
A tutto questo si aggiunge uno specifico modello di compliance della piattaforma che, tenendo conto delle differenze geografiche, fa in modo di rendere conforme la gestione della privacy dei dati, per esempio, alla direttiva statunitense HIPAA o a quella europea GDPR. Un vantaggio non da poco.
Prezzi: quanto costa Google Cloud
È possibile attivare una prova gratuita di Google Cloud Platform del valore di 300 dollari per 90 giorni. In tal senso, basta avere un account Gmail e una carta di credito o un altro metodo di pagamento fra quelli accettati dall’azienda di Mountain View. In questo intervallo di tempo è possibile testare uno o più prodotti quali Compute Engine, Cloud Storage o BigQuery. Ovviamente, nel caso in cui l’ammontare del credi di 300 dollari venga speso prima dei 90 giorni, la prova si intende conclusa. Potete consultare tutti i dettagli sulla versione di prova gratuita all’interno della pagina ufficiale.
Al fine di calcolare invece il costo effettivo dei servizi GCP, Google mette a disposizione il Cloud Pricing Calculator. Un vero e proprio calcolatore personalizzabile con il quale, selezionando la tipologia di servizio, le voci correlate, il numero di istanze e localizzazione del data center si ottiene una stima complessiva dei costi del servizio in base alle proprie specifiche esigenze.
Obiettivi aziendali: quando usare il cloud Amazon AWS
Tutto dipende dunque dalle specifiche esigenze. Il mercato infatti offre una miriade di soluzioni e, tra queste, la più importante alternativa a GPC è certamente rappresentata da AWS (Amazon Web Services, come detto in apertura). Il gigante dell’e-commerce ha dalla sua il primato “storico” nella fornitura di servizi di cloud computing a business ed imprese. Il suo punto di forza è certamente il servizio di supporto e reperibilità per regione per il semplice fatto di avere parecchi più data center nel mondo: dato non scontato se pensiamo che la prossimità ad un data center può essere determinante in termini di prestazioni di velocità, e tutti sappiamo quanto la rapidità di servizio possa fare la differenza (pensiamo ad esempio agli acquisti online).
Grazie alla leadership di mercato, la piattaforma AWS copre da sola quasi il 50% del mercato, ed è davvero l’azienda che ha spianato la strada del mercato cloud: le soluzioni offerte sono state di fatto l’ispirazione diretta per quelle dei più vicini competitor. Sono circa 200 soluzioni in tutto: 4 volte quelli di GCP, più o meno (anche se Google sta cominciando a coprire le distanze ad una velocità davvero incrementale).
Conclusioni
Google Cloud Platform è dunque uno dei migliori servizi cloud attualmente disponibili sul mercato. La possibilità della prova gratuita è un plus non da poco, considerando come questa consente di testarne sul campo le funzionalità (dettaglio importante, specie in ambito aziendale). L’azienda di Mountain View ha migliorato costantemente il proprio servizio negli ultimi anni e ad oggi è uno dei migliori in assoluto. Con buona pace dei diretti concorrenti che, in alcuni casi, non possono contare sul medesimo ecosistema.