Cloud ibridi e ambienti multicloud: facciamo chiarezza

Cloud ibridi e ambienti multicloud, facciamo chiarezza

Cloud ibridi e multicloud, vediamo le differenze e i parametri da prendere in considerazione per attuare una strategia aziendale vincente.
Cloud ibridi e ambienti multicloud, facciamo chiarezza
Cloud ibridi e multicloud, vediamo le differenze e i parametri da prendere in considerazione per attuare una strategia aziendale vincente.

Stiamo dedicando al cloud una serie di approfondimenti nelle ultime settimane. A questo indirizzo potete recuperare la guida generale con tutte le informazioni del caso. Abbiamo inoltre realizzato articoli relativi alla differenza tra cloud storage e computing e ai vari servizi basati su questa tecnologia. È arrivato il momento di scendere ulteriormente in profondità. In particolare, parleremo di quello che può essere considerato il primo scalino di tutta l’infrastruttura: la dicotomia tra cloud ibridi e multicloud, in relazione alla quale ci sono una serie di parametri da prendere in considerazione.

Cos’è il cloud ibrido

È un servizio, appunto, ibrido e per questo estremamente potente. I servizi cloud ibridi offrono infatti alle aziende un maggiore controllo sui propri dati privati. Un’organizzazione può infatti decidere di archiviare dati sensibili su un cloud privato o un datacenter locale (con tutti i vantaggi a esso conessi) e, contemporaneamente, sfruttare quelle che sono le tipiche risorse di ccomputing avanzato di un classico cloud pubblico gestito.

cloud hosting

Insomma si può parlare di una vera e propria una soluzione intermedia, che prevede dunque la concomitanza di servizi basati sulla propria infrastruttura aziendale con servizi forniti dal provider cloud. Com’è facilmente intuibile, non è semplice implementare tecnologie di questo tipo, il cui impiego va valutato in maniera attenta, con la logica di cucirlo addosso a specifiche esigenze. Anche perché c’è anche il tema dei costi da tenere sempre bene a mente.

I cloud pubblici

Sono servizi che forniscono servizi IT pubblicamente su Internet. Per fare questo i fornitori gestiscono gruppi di server interconnessi, le così dette server farm. Gli utenti accedono allo spazio di archiviazione attraverso un browser. La caratteristica peculiare di questi servizi è che si paga solo l’ammontare di risorse che si consuma. Si risparmiano dunque i costi di acquisto del relativo hardware, avendo comunque costantemente accesso on-demand a un pool di strumenti informatici, scalabili in base alle esigenze.

Cloud privato

Sono tecnologie che forniscono servizi di cloud computing tramite Internet o una rete interna agli utenti autorizzati. Essendo fruibili solo da uno specifico gruppo di utenti definito in maniera chiara, i cloud privati vengono anche definiti come cloud aziendali o cloud interni. Gli utenti che hanno accesso a questa tipologia di servizi beneficiano di vantaggi come la scalabilità e l’elasticità, ma anche di ulteriori opzioni di controllo e adattamento. Di fatto i fornitori mettono a disposizione risorse dedicate, in grado di fare la differenza in determinati ambiti.

I migliori servizi di cloud ibrido

Come già analizzato nelle precedenti guide, il mercato mette a disposizione un’enormità di servizi. Del resto, il cloud possiede un potenziale economico tale da aver attirato l’attenzione di buona parte delle aziende big dell’hi-tech: da Amazon a Google, da Apple a Microsoft, praticamente tutte offrono soluzioni basate sulla “nuvola”, che tra l’altro rappresentano sempre più una voce importante nei rispettivi bilanci. Nel caso specifico del cloud ibrido, abbiamo selezionato quelle che riteniamo essere le migliori alternative su piazza.

Google Cloud offre Dedicated Interconnect

Cloud Platform, offerto da Google, è una suite di servizi di cloud computing che gira sulla stessa infrastruttura che Big G utilizza internamente per i suoi prodotti per gli utenti finali, come Ricerca Google, Gmail, archiviazione di file e YouTube. In relazione al cloud ibrido, la soluzione dell’azienda di Mountain View mette a disposizione la tecnologia denominata “Dedicated Interconnect”. Questa fornisce connessioni fisiche dirette tra la rete locale del cliente e quella del gigante californiano. In questo modo è possibile trasferire grandi quantità di dati tra le reti, il che può essere più conveniente rispetto all’acquisto di larghezza di banda aggiuntiva su Internet pubblico.

Google Cloud

Amazon Web Services offre Direct Connect

Amazon Web Services Inc. è un’azienda di proprietà del gruppo Amazon, che fornisce servizi di cloud computing su un’omonima piattaforma on demand. Questi sono operativi in 20 regioni geografiche in cui l’azienda di Seattle ha virtualmente suddiviso il globo. Tra i servizi spicca certamente “Direct Connect” che semplifica la creazione di connessioni di rete dedicate dalle imprese ad AWS. AWS Direct Connect consente di stabilire una connettività privata tra AWS e un data center, un ufficio o un ambiente condiviso. In molti casi, questa caratteristica può contribuire a ridurre i costi di rete, aumentare il throughput della larghezza di banda e fornire un’esperienza di rete più uniforme rispetto alle connessioni basate su Internet.

Microsoft Azure offre ExpressRoute

Microsoft Azure è la piattaforma cloud pubblica di Microsoft, che offre servizi di cloud computing. Tra questi, in relazione al cloud ibrido, è importante citare “ExpressRoute”, che serve a stabilire connessioni private tra i data center di Azure e l’infrastruttura presente in locale o in un ambiente con più sedi. Le connessioni ExpressRoute non usano la rete Internet pubblica e offrono maggiore affidabilità, velocità superiore e minore latenza rispetto alle connessioni Internet tradizionali. In alcuni casi, l’uso di connessioni ExpressRoute per trasferire dati tra sistemi locali e Azure può offrire vantaggi significativi in termini di costi.

Azure

OpenStack offre OpenStack Public Cloud Passport

OpenStack è una piattaforma cloud estremamente diffusa soprattutto negli Stati Uniti, in grado però di ritagliarsi un importante spazio anche in Europa (Italia inclusa). In particolare, il programma OpenStack Global Passport rappresenta una collaborazione tra i provider di cloud pubblico OpenStack al fine di per consentire una maggiore libertà, migliori prestazioni e interoperabilità dell’infrastruttura open source. È possibile accedere rapidamente e facilmente all’infrastruttura OpenStack tramite programmi di prova dei provider di cloud pubblico OpenStack partecipanti in tutto il mondo.

Il cloud ibrido è sicuro?

Considerando la natura intrinseca del cloud ibrido, spesso questa tecnologia è oggetto di veri e propri pregiudizi in merito alla propria sicurezza. Del resto, stiamo parlando di sistemi che spesso, come visto, prevedono contemporaneamente l’utilizzo di un’infrastruttura proprietaria abbinata a quella del provider del servizio. Una situazione intermedia che fa appunto nascere dubbi ma sulla quale occorre assolutamente essere chiari.

Un cloud ibrido progettato, integrato e gestito in modo appropriato è sicuro tanto quanto un ambiente IT on-premise tradizionale. Sebbene esistano problematiche di sicurezza uniche del cloud ibrido (come la migrazione dei dati, una maggiore complessità e una più ampia superficie vulnerabile agli attacchi), la presenza di più ambienti può essere una delle migliori difese contro i rischi relativi alla sicurezza. Tali ambienti interconnessi consentono alle aziende di scegliere dove collocare i dati sensibili in base alle proprie esigenze. I team della sicurezza, di contro, possono standardizzare gli storage cloud ridondanti per diminuire le attività di disaster recovery.

Cosa si intende con multicloud

Con multicloud si intende la presenza del deployment di più cloud dello stesso tipo (pubblico o privato) offerti da diversi fornitori. Un approccio multi cloud può quindi prevedere due ambienti di cloud pubblico o due ambienti di cloud privato. La presenza di deployment multi cloud, sia pubblici che privati, è molto frequente nelle aziende il cui obiettivo è migliorare sicurezza e le prestazioni attraverso l’utilizzo di più ambienti.

Cloud

Volendo semplificare dunque, il multicloud è l’utilizzo di più servizi di cloud computing e storage in un’unica architettura eterogenea. Questo si riferisce anche alla distribuzione di risorse cloud, software, applicazioni, etc. in diversi ambienti di hosting cloud. Con una tipica architettura multicloud che utilizza due o più cloud pubblici e più cloud privati, un ambiente multi cloud mira a eliminare la dipendenza da un singolo provider di cloud.

Qual è la differenza tra multicloud e cloud ibrido

Un approccio multicloud può prevedere due ambienti di cloud pubblico o due ambienti di cloud privato. Un cloud ibrido può prevedere un ambiente cloud pubblico e un ambiente cloud privato con un’infrastruttura (agevolata da API o container) che facilita la portabilità del carico di lavoro. Il primo si differenzia dunque dal secondo in quanto si riferisce a più servizi cloud piuttosto che a più modalità di distribuzione (pubblica, privata, legacy). Inoltre, in un ambiente multicloud, la sincronizzazione tra diversi fornitori non è essenziale per completare un processo di calcolo, a differenza del calcolo parallelo o degli ambienti di calcolo distribuito.

Possiamo dunque concludere, dopo aver analizzato in maniera approfondita le due tecnologie, che questi approcci cloud si escludono a vicenda: non possono coesistere allo stesso tempo perché i cloud saranno interconnessi (cloud ibrido) oppure no (multicloud). La presenza di deployment multicloud, sia pubblici che privati, è molto frequente nelle aziende il cui obiettivo è migliorare sicurezza e le prestazioni attraverso l’utilizzo di più ambienti.

Perché scegliere una soluzione multicloud

La tendenza nel mondo cloud che si sta evidenziando con maggiore frequenza, stando ai dati rilevati dalle maggiori società di analisi di mercato a livello mondiale, è proprio quella dell’introduzione nelle aziende di strategie multicloud. Le ragioni sono molte. Una è sicuramente la propensione, in un’epoca in cui il business diventa sempre più digitale, e quindi dipendente dalla disponibilità (availability) delle applicazioni e dei dati più vicina possibile al 100%, a non tenere i propri software e le proprie informazioni mission-critical e business-critical in singole infrastrutture il cui costo di manutenzione e aggiornamento sarebbe difficile da sostenere per la singola impresa.

Un’altra, molto rilevante, è la propensione a voler essere liberi nella scelta del provider che risulti più competitivo rispetto a determinati tipi di esigenza. Per questa ragione, secondo le ricerche degli analisti, vi sono aziende che utilizzando tre o quattro public cloud ed altri che arrivano anche a dieci o dodici. E le esigenze, come è noto, si suddividono in servizi di tipo infrastrutturale (Infrastructure as a Service, IaaS), applicativo (Software as a Service, SaaS) e come piattaforme di development e testing (Platform as a Service, PaaS).

Ci sono però quattro aspetti del multicloud che stanno facendo la differenza al momento della scelta da parte delle aziende.

Shadow IT

Lo shadow IT è ormai una realtà che contribuisce al multicloud. L’hardware o il software distribuito in modo indipendente dal team IT centrale può acquisire dimensioni tali da richiedere una maggiore supervisione. In tal caso, la migrazione dell’infrastruttura e dei dati verso un sistema preferito (consideriamo l’esempio dei cloud pubblici) potrebbe essere un approccio inadeguato. Il deployment dello shadow IT si aggiunge ai cloud in uso dall’azienda, con la conseguente creazione di un multicloud.

Flessibilità

È facile trovare la soluzione cloud perfetta per una singola esigenza: un cloud proprietario adatto per l’hosting di un’app proprietaria, un cloud per l’archiviazione di dati pubblici, o un cloud con elevata scalabilità idoneo a ospitare sistemi con frequenza d’utilizzo altamente variabile. Tuttavia, un solo cloud non potrà soddisfare tutte le esigenze al meglio.

Prossimità

Per migliorare i tempi di risposta per gli utenti che si trovano a migliaia di chilometri di distanza dalla sede centrale di un’azienda, alcuni carichi di lavoro potrebbero essere ospitati da provider di servizi cloud che operano in prossimità degli utenti. Questa soluzione consente all’azienda di mantenere un’elevata disponibilità e di rispettare le leggi sulla sovranità dei dati, ovvero protocolli che regolamentano i dati in base alle normative del paese in cui essi sono ubicati.

Failover

Gli ambienti multicloud aiutano a garantire l’operatività dei sistemi aziendali. Come soluzione di failover, un ambiente multicloud offre alle aziende un backup disponibile e altamente scalabile per dati, flussi di lavoro e sistemi, in caso di problemi al cloud primario.

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Pubblicato il
26 set 2020
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