Tra le problematiche che professionisti e aziende devono affrontare per garantire la crescita della propria attività online vi è sicuramente quella relativa alla scelta dell’infrastruttura tecnica più adatta a questo scopo. Business differenti presentano esigenze diverse in termini di architetture hardware, disponibilità di risorse e configurazioni software ma, volendo operare una distinzione tra le principali tipologie di infrastrutture, è possibile fare riferimento a due categorie per molti versi opposte dal punto di vista delle caratteristiche: on premise e virtuale.
Infrastrutture on premise
Le infrastrutture on premise sono sostanzialmente delle infrastrutture sviluppate localmente. Un’azienda può quindi decidere di dotarsi del proprio Data Center sulla base delle necessità correnti e tentando di formulare una previsione quanto più precisa possibile di quelli che saranno gli sviluppi futuri. Dovendo gestire una maggiore quantità di dati si dovranno acquistare unità di storage più capienti, nello stesso modo saranno necessarie maggiori risorse per sostenere gli incrementi di traffico (CPU più potenti, quantità più elevate di memoria RAM..) e, plausibilmente, l’ampliamento del business porterà a moltiplicare gli investimenti con cui garantire alti livelli di sicurezza e continuità di servizio.
L’approccio on premise presenta però alcuni limiti ricollegabili al fatto che molto spesso è difficile effettuare previsioni attendibili riguardo alla dotazione hardware e software necessarie per l’implementazione e la gestione di un progetto, basti pensare ai processi di Digital Transformation che le aziende hanno dovuto affrontare non di rado a tappe forzate nel corso dell’ultimo anno caratterizzato dall’emergenza pandemica.
Per sua natura un’infrastruttura on premise richiede tempo per essere aggiornata, diventa quindi più complesso far fronte alle esigenze create da aumenti dei carichi di lavoro, interventi di manutenzione e potenziamento, messa in sicurezza o ripristino della configurazione adottata in caso di tentativi di attacco, data breach, incidenti, guasti, malfunzionamenti o errori umani.
Una soluzione alternativa è quella di appoggiarsi ad un’infrastruttura virtuale fornita da un partner affidabile specializzato in soluzioni Cloud based.
Infrastrutture virtuali
Le infrastrutture virtuali consentono di creare dei Data Center per la propria attività che siano scalabili in termini di risorse e che non risiedono localmente ma sono forniti in outsourcing da un’operatore attraverso l’infrastruttura fisica gestita direttamente da quest’ultimo. Tutta la complessità relativa alle configurazioni, alla Cyber security, alla manutenzione, alla gestione dei workload e agli eventuali upgrade è a carico del provider.
L’azienda committente può quindi concentrarsi sulle logiche di business senza dover investire tempo e risorse sulla risoluzione delle problematiche tecniche, inoltre, la virtualizzazione dei server consente di modificarne rapidamente le caratteristiche sulla base delle esigenze correnti.
Se per esempio si gestisce un e-commerce e si prevede che nel periodo tradizionalmente legato allo shopping natalizio si verificherà un incremento della domanda di prodotti e quindi di traffico e query a carico dei database, un’infrastruttura virtuale consentirà di potenziare in modalità on demand la dotazione di CPU, memoria RAM e storage in vista dei momenti di picco. Una volta che questi saranno alle spalle si potrà ripristinare anche solo in parte la configurazione precedente per ottimizzare i consumi.
Tra le offerte dedicate alle infrastrutture virtuali è possibile citare quella di Aruba, un provider Cloud al 100% italiano, che con il suo Cloud Pro permette di accedere a Data Center virtuali ideali per diverse tipologie di imprese e professionisti.
Cloud Pro: IaaS e Public Cloud
Cloud PRO di Aruba è un servizio IaaS (Infrastructure as a service), questo significa che tutte le componenti dell’infrastruttura tecnica come per esempio la capacità di storage, la potenza di calcolo e la connettività, vengono fornite dal provider sotto forma di servizio attraverso il Cloud. L’intera dotazione hardware e i servizi ad essa connessi non devono essere acquistati dal cliente tramite un pagamento una tantum ma sono accessibili grazie ad un canone periodico basato sulle risorse utilizzate, per questo motivo, a differenza di quanto accade con il modello on premise, l’aggiornamento dell’infrastruttura può essere effettuato in modalità on demand, pagando solo per quello che serve quando serve (tariffazione Pay per use).
Nello specifico di Cloud Pro, esso viene proposto come una piattaforma di Public Cloud, dove per “Cloud pubblico” s’intende un modello di fornitura effettuato tramite Internet sfruttando risorse virtualizzate che vengono condivise tra gli utenti rispettando la cosiddetta logica Multi-tenant. Secondo quest’ultima una singola istanza software può essere eseguita a livello server e fruita da più soggetti pur garantendo a ciascuno di essi un ambiente con caratteristiche personalizzate.
Il Public Cloud permette di offrire un servizio scalabile perché la quantità di risorse a cui accedere è almeno teoricamente illimitata e dipende dalle disponibilità del Data Center fisico sviluppato dal provider. Nel contempo risulta conveniente dal punto di vista dei costi, in quanto la domanda di risorse è aggregata all’interno di un network a cui fanno riferimento più utenze, nonché flessibile perché adattabile a diverse tipologie di utilizzatori, dal professionista freelance alle piccole e medie imprese fino alle aziende più strutturate come per esempio le software house.
A differenza di quanto accade nel caso del Private Cloud, la cui configurazione può ricordare per certi versi quella del modello on premise, nel Public Cloud l’infrastruttura e sempre sotto il totale controllo da parte del provider, liberando l’utilizzatore da tutti gli oneri relativi alla sua gestione e al suo mantenimento.
Caratteristiche di Cloud Pro
Secondo un’opinione spesso infondata, il Public Cloud sarebbe inadatto ad alcuni utilizzi particolari, come per esempio nell’ambito della Pubblica Amministrazione, proprio per il fatto che esso rimane sempre sotto il controllo dell’operatore di mercato che lo fornisce. Tale problematica non sussiste, ad esempio, nel caso di Cloud Pro di Aruba in quanto esso è presente anche sul marketplace di AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, ed è conforme a tutti i requisiti di legge per poter essere utilizzato dalle PA così come dai provider che forniscono servizi Cloud based a queste ultime. Analizziamo quindi le caratteristiche tecniche del servizio.
Virtualizzazione e sistemi operativi
Cloud PRO di Aruba Cloud è una piattaforma con risorse garantite che consente di creare dei mini Data Center virtuali con componenti personalizzabili e ridimensionabili in tempo reale, ciò è possibile grazie alle tecnologie VMware vSphere e Microsoft Hyper-V.
Microsoft Hyper-V è una soluzione per la virtualizzazione perfettamente integrata in Windows che permette di importare ed esportare macchine e dischi virtuali nel formato .vhd supportato nativamente dagli OS prodotti recentemente dalla Casa di Redmond. Tra i suoi vantaggi vi sono sicuramente un costo minore rispetto alla proposta di VMware e il fatto che le risorse di CPU e RAM si pagano esclusivamente quando il Cloud Server è acceso.
VMware vSphere offre invece un maggior supporto per i sistemi operativi e può essere gestito in modo semplice tramite il Web Client VMware vSphere. Nel caso di questa seconda opzione vi è inoltre la possibilità di importare ed esportare macchine virtuali in formato .vmdk, anche multipart.
Indipendentemente dalla tecnologia di virtualizzazione selezionata, Cloud Pro offre schede di rete con connessione fino a 1000 Mbit/s flat e traffico incluso, la possibilità di effettuare snapshot gratuiti, il collocamento in struttura cluster con host ridondati nonché vCPU garantita con almeno il 50% di un core fisico Intel Xeon. Per quanto riguarda l’archiviazione dati su Microsoft Hyper-V abbiamo storage SAN con tecnologia SAS ridondato e replicato in sincrono, mentre su VMware vSphere è disponibile lo storage SSD, sempre ridondato e replicato in sincrono.
Dal punto di vista dei sistemi operativi da utilizzare in virtualizzazione la scelta è ancora più ampia, sono infatti disponibili diverse varianti di Windows (2012, 2016 e 2019) così come varie distribuzioni di Linux (Debian, CentOS, Ubuntu Server, OpenSuse, FreeNAS, FreeBSD..). La loro installazione avviene in pochi minuti grazie a dei template predefiniti selezionabili al momento della configurazione del Cloud server.
Connettività e Virtual Switch
Per i Server di Cloud Pro non sono previsti limiti di traffico ed è sempre garantita connettività fino a 1000 Mbit/s tramite 3 schede di Rete collegabili a indirizzi IP pubblici per la connessione alla Rete.
A ciascuno Cloud Server viene associato gratuitamente un IP Pubblico configurato in automatico al momento della creazione che, nel caso di Cloud Pro, può essere modificato o rimosso in qualunque momento dall’utilizzatore.
I Virtual Switch consentono inoltre di realizzare delle VPN (Virtual Private Network) operando come Switch di rete fisici con cui connettere due o più Cloud Server in una rete privata. Ogni Virtual Switch viene riservato all’utilizzatore dal momento in cui viene creato fino alla sua eliminazione. La velocità del Virtual Switch è di 1000 Mbit/s per ciascuna porta mentre la velocità di ogni Cloud Server varia sulla base dell’hypervisor utilizzato.
Da sottolineare che il traffico di rete interno non viene conteggiato ed è quindi gratuito.
Bilanciatori per il workload
Una delle caratteristiche più interessanti di Cloud Pro e dei suoi server è il supporto per i bilanciatori. Un bilanciatore consente di distribuire il carico di lavoro generato da traffico e processi computazionali distribuendolo tra due o più Cloud Server, le risorse dell’infrastruttura virtuale vengono così ottimizzate garantendo continuità di servizio, incrementando le performance tramite la riduzione dei tempi di risposta, massimizzando la produttività e scongiurando il verificarsi di sovraccarichi.
I bilanciatori rappresentano quindi una soluzione ideale per gestire elevati volumi di traffico o picchi improvvisi. Cloud Pro permette di configurare i propri bilanciatori e i loro collegamenti dal Pannello di controllo del servizio in modo semplice e veloce e con pochi click, l’unica condizione è quella di disporre di almeno due (o più) Cloud Server identici per configurazione e dati archiviati.
I bilanciatori sono configurabili per i protocolli Internet come HTTP, HTTPS e TCP e vi è la possibilità di tenere sotto controllo la loro attività consultando dei grafici appositi in cui vengono evidenziati i valori di carico. Grazie a tali informazioni si possono prevenire i sovraccarichi modificando la quantità di Cloud Server associati ad un bilanciatore.
Unified Storage
Cloud Pro presenta il supporto per l’Unified Storage, un servizio paragonabile per caratteristiche ad un dispositivo SAN o NAS. Esso consente infatti di archiviare elevate quantità di risorse rendendole immediatamente disponibili ai Cloud Server collegati alla medesima Virtual LAN, proprio come avverrebbe nel caso di un disco condiviso.
Grazie all’Unified Storage si ha l’accesso ad un’archiviazione centralizzata dei dati, trattandosi poi di uno storage di tipo hardware le prestazioni risultano migliori rispetto ai sistemi virtualizzati con caratteristiche simili. Dal punto di vista della sicurezza abbiamo poi un sistema composto da due storage gemelli che persistono in copia sincrona l’uno sull’altro, questo significa che un eventuale guasto può essere gestito autonomamente e automaticamente con un indubbio vantaggio dal punto di vista della continuità di servizio.
E’ utile sottolineare infine che l’Unified Storage è espandibile in qualsiasi momento senza alcun rischio di perdita di dati, adattandosi in modo totalmente indolore a qualsiasi esigenza di archiviazione.
Schedulazione e API
I server Cloud di Cloud Pro supportano la schedulazione delle operazioni, come la maggior parte delle funzionalità a disposizione degli utilizzatori anche quest’ultima può essere gestita dal Pannello di controllo del servizio e permette di automatizzare singole operazioni, da eseguire una sola volta e ad una data ed ora programmate, o operazioni ripetute nel tempo con frequenza oraria, giornaliera, settimanale o mensile.
Le API (Application Programming Interface) di Cloud Pro, così come di tutto il Cloud Computing di Aruba, sono pubbliche e corredate da una documentazione completa a disposizione degli sviluppatori. Le API sono la soluzione ideale per progettare e implementare un proprio pannello di controllo o per creare nuovi servizi basandosi sui Cloud Server di Aruba e le funzionalità messe a disposizione attraverso di essi.
Sempre tramite le API è poi possibile automatizzare dei task, integrare la piattaforma di Aruba all’interno di servizi preesistenti ed effettuare operazioni come per esempio il controllo del credito senza dover accedere al Pannello di controllo della piattaforma. Sono infine disponibili API REST per la gestione dell’infrastruttura server tramite diverse tipologie di linguaggi di programmazione e framework tra cui Python, Go, C# e JAVA.
A chi si rivolge Cloud Pro
Cloud Pro è un servizio IaaS ideale per attività anche molto differenti tra loro, come:
- le aziende che desiderano implementare in breve tempo e senza costi di startup un’infrastruttura basata su server virtuali, apparati di rete e Cloud storage in condivisione;
- per i programmatori che hanno la necessità di un ambiente a costi contenuti in cui sviluppare e testare velocemente le proprie applicazioni;
- per i gestori di siti Web e negozi di e-commerce che vogliano disporre di un’infrastruttura scalabile capace di bilanciare le risorse tenendo conto dei picchi di traffico e dei momenti in cui l’intensità dei carichi di lavoro diminuisce.
In linea generale Cloud Pro, che mette a disposizione anche un servizio per la richiesta di interventi tecnici da parte di esperti, rappresenta la scelta ideale per chiunque sia alla ricerca di una soluzione Cloud affidabile e flessibile con la garanzia di una tariffazione Pay per use che consente di pagare soltanto per le risorse effettivamente utilizzate.