Clubhouse, Beta terminata: ingresso libero

Clubhouse, Beta terminata: ingresso libero

Clubhouse apre le porte a tutti, chiudendo sia la beta che il sistema ad inviti: un nuovo inizio, ma con molto meno entusiasmo rispetto all'esordio.
Clubhouse, Beta terminata: ingresso libero
Clubhouse apre le porte a tutti, chiudendo sia la beta che il sistema ad inviti: un nuovo inizio, ma con molto meno entusiasmo rispetto all'esordio.

Venne infine il giorno in cui Clubhouse tolse ogni limite per l’accesso all’app, chiudendo definitivamente la fase “beta” della propria parabola ascendente e aprendo le porte a chiunque voglia provare l’app. Venne quel giorno, ma fuori in fila non c’era (quasi) più nessuno.

Clubhouse, la beta è finita

La storia di Clubhouse è nota: una rivoluzione promessa, ma presto depotenziata, con l’accento posto sulle opportunità di una collezione di radio libere che chiunque avrebbe potuto aprire sulla piattaforma. Nascevano così room di ogni tipo, con discussioni più o meno interessanti, ma tutte incentrate sulla sola interazione vocale. Avrebbe potuto essere un’evoluzione “live” dei podcast, oppure un rilancio 4.0 delle radio libere degli anni ’70, o chissà cos’altro: erano però tutte interpretazioni romantiche di un qualcosa poco definito, troppo semplice per essere vero e troppo piccolo per essere rivoluzione.

Quando fu chiaro che qualunque altro social network avrebbe potuto replicarne le funzionalità, ci si iniziò a chiedere dove avrebbe potuto arrivare Clubhouse. Ma erano le settimane in cui le mani alzate per un nuovo intervento diminuivano, mentre al contempo la quotazione saliva. L’app, dirompente ai tempi del “solo-iOS”, già sembrava rallentare quando arrivò anche Android e ora se ne parla sempre di meno. Ma cadono i recinti e ora chiunque può entrare per provare le nuove funzioni, la nuova stabilità, le nuove room. “Milioni”, dice Clubhouse: milioni di room aperte sui più disparati argomenti. Ed altri milioni (10, dice Clubhouse) erano gli utenti in attesa di poter accedere: da oggi le porte sono aperte soprattutto per questi ultimi.

Questa mattina abbiamo fatto un giro rapido, per un aggiornamento sulla situazione dopo qualche tempo fuori dalle “room”. Si passava dagli esercizi di risveglio muscolare alle discussioni su Paola Enogu, spaziando dall’attualità a stanze senza focus determinati. Poca materia prima, pochi partecipanti, poco contenuto. Le potenzialità rimangono: resta la bontà di una piattaforma che consente e incoraggia la partecipazione, pur senza troppi strumenti per aggiungere qualità e sfruttare al meglio il (troppo) tempo che la piattaforma richiede ai partecipanti.

Da oggi Clubhouse è aperta a tutti, val la pena dare nuovamente un’opportunità. Ma restano i medesimi dubbi delle prime esperienze di qualche mese fa: una piattaforma che fa del “less is more” un mantra, ma ad oggi c’è troppo “less” e poco “more” da sfruttare. Il che, per ora, terrà fuori talenti e creativi, già fin troppo impegnati tra tweet e video su Tik Tok. Per Clubhouse non resta che continuare a cercare il proprio baricentro, senza più barriere all’ingresso: liberi tutti, assembramento cercasi.

Fonte: Clubhouse
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Pubblicato il
22 lug 2021
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