Non si è fatta attendere la voce del Codacons nei confronti di DAZN. La mossa del resto era ampiamente prevedibile dopo che nella serata di ieri i problemi alla piattaforma si sono reiterati per l’ennesima volta, abbassando ancora di più la disponibilità a tollerare i disservizi da parte dell’utenza pagante.
Codacons a DAZN: l’ultimo avvertimento
Carlo Rienzi, presidente dell’associazione, ha anzitutto chiesto un risarcimento che l’azienda ha comunque già promesso fin dalle prime ore successive ai blocchi registrati sull’app:
Ancora una volta i tifosi non riescono a seguire correttamente le partite in televisione a causa di anomalie della piattaforma, e nonostante abbiano pagato un regolare abbonamento a Dazn non ricevono il servizio promesso nonostante le rassicurazioni e gli interventi di istituzioni e politici, la situazione rimane critica e gli abbonati continuano a subire disservizi. Per tale motivo diffidiamo formalmente la società a indennizzare in modo automatico tutti gli utenti coinvolti nei disservizi odierni. In caso contrario ci faremo promotori di una class action contro Dazn a tutela dei tifosi di calcio e degli abbonati.
Il Codacons specifica insomma che pretende l’automatismo del risarcimento, senza che sull’utenza debba ulteriormente gravare l’onere della richiesta. E poi va oltre, entrando addentro il problema in visione prospettica:
Il Codacons, se non saranno risolti in modo definitivo i problemi tecnici che investono la piattaforma, è pronto a presentare istanza per ottenere la revoca dei diritti tv per il calcio concessi a Dazn.
Da questo punto di vista il problema è ben più complesso. DAZN ha infatti ottenuto i diritti del campionato di Serie A ed in base a specifici contratti ha il dovere di ottemperare ai propri doveri sia nei confronti degli utenti che nei confronti delle squadre della Lega Serie A. Gli equilibri sono delicati ed in ballo c’è la sopravvivenza del Calcio in Italia, motivo per cui le istituzioni vanno caute nel muovere pressioni e le squadre ancora non hanno eccessivamente alzato la voce per quanto sta accadendo.
Le pressioni iniziano però a farsi importanti: mentre si discute su abbonamenti e audience, dietro l’angolo spunta l’ombra di Sky come possibile exit-strategy nel caso in cui la questione tecnica continui a rimanere irrisolta. C’è margine per un punto di incontro tra le parti? Al momento il tutto sembra più frutto di speculazioni che non di strategie perseguibili, ma che un accordo possa essere nell’orizzonte del possibile è testimoniato dal fatto che già su bar e locali pubblici le parti abbiano trovato una collaborazione. Sarà l’ultima delle possibilità, ma se le precedenti continuano a fallire allora potrebbe essere questa una soluzione obbligata.