L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha diffidato TIM al rispetto degli obblighi previsti dal codice di condotta per attività di teleselling e telemarketing approvato con la delibera n. 197/23/CONS del 26 luglio 2023. In base alle segnalazioni ricevute, la società non ha effettuato le necessarie verifiche dei partner (call center).
TIM deve rispettare il codice di condotta
Nella delibera 462/24/CONS di diffida sono descritte le segnalazioni ricevute da tre utenti che sono stati contattati da vari call center. Le telefonate sono state fatte da numeri fissi con prefissi di Roma o Milano e da numerosi numeri mobile. Gli operatori dei call center hanno utilizzato vari trucchi per cercare di convincere gli utenti a sottoscrivere un nuovo contratto con TIM, tra cui l’interruzione della linea per manutenzione e l’aumento delle tariffe da parte del precedente gestore.
In seguito alle richieste di AGCOM, TIM ha comunicato che alcuni numeri non appartenevano alla sua rete di vendita e non erano iscritti al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione). Per i partner ha invece fornito i dati completi. Successivamente ha provveduto a risolvere il contratto con i call center che non hanno rispettato il codice di condotta. TIM ha quindi chiesto l’archiviazione ad AGCOM.
La società afferma di adottare un sistema di monitoraggio e controllo della rete di vendita, ma le attività illecite dei call center sono state scoperte solo dopo le richieste di verifica di AGCOM. Tali sistemi non sono quindi efficaci e rispondenti a quanto previsto dal codice di condotta.
L’autorità ha pertanto diffidato TIM al rispetto degli obblighi previsti dal codice di condotta, ovvero ad implementare tutte le misure organizzative necessarie per un monitoraggio efficace dei partner. AGCOM ha recentemente avviato una consultazione pubblica sulle misure da implementare per contrastare il cosiddetto CLI spoofing.