La mobilitazione ferve da mesi, ieri la prima occasione in cui Codice Internet si è riversato fuori dalla rete. Per comunicare Internet, per decostruire i falsi miti intessuti da media e politicanti, è necessario parlare alle persone. Anche a quelle che ancora sono disconnesse.
È così che si è manifestata offline, a Milano, presso Palazzo Marino, l’iniziativa promossa da Marco Montemagno e Marco Antonio Masieri , alimentata dalle folle connesse di tutta Italia e sostenuta da un vasto dispiegamento di istituzioni e di aziende che ruotano attorno alla cultura digitale. Nel quadro della conferenza stampa di presentazione, la parola è rimbalzata fra i partner e gli organizzatori, con l’intento dichiarato a più voci: Internet è uno strumento che va consegnato alle persone , Codice Internet un’iniziativa per suscitare nelle persone l’esigenza di connettività , una connettività che da flussi di bit può sfociare in flussi di informazione, di cooperazione, che può diventare un canale capace di avvicinare i cittadini, che possa creare un link tra società civile, istituzioni, aziende.
L’Italia, mostrano con nitidezza le statistiche presentate da Montemagno, è penultima in Europa in quanto alla penetrazione di Internet. La popolazione italiana disconnessa , spiega Masieri, è ancora la metà del totale, ancora la metà degli italiani non sente l’esigenza di proiettarsi online. Anche perché non conosce le potenzialità della rete, tende a diffidare di quella che i media spesso trattano come un oggetto misterioso, come una fucina di tempo perso, come un ambiente irto di pericoli.
L’esigenza di divulgare la rete è quindi urgente. Da mesi ci si sta adoperando: Codice Internet è una srl che aspira a diventare fondazione, è stato forgiato come un social network basato su piattaforma Ning, ma è soprattutto una rete di persone che dibatte e si confronta, che comunica con la società civile ancora disconnessa , per gettare un ponte che colmi il divario digitale. Gli oltre 1300 partecipanti si sono autorganizzati e raffrontati con realtà che già operano sul territorio, si sono divisi fra innumerevoli gruppi in cui si intessono conversazioni che spaziano dalla politica ai media, dall’economia all’ambiente al fine di avviare un dibattito che possa avvincere e coinvolgere con stimoli, motivazioni, iniziative il cittadino e le aziende italiane ancora offline.
L’obiettivo è offrire a coloro che si trovano ancora al di là del divario digitale, degli appigli che consentano di proiettarsi in rete, degli spunti per comprendere come Internet possa permeare un quotidiano più ricco di opportunità. Opportunità quali la formazione e l’informazione, l’intrattenimento e il lavoro, la possibilità di fruire di servizi in maniera più semplice e tempestiva. Non saranno le persone disconnesse ad avvicinarsi a Internet, ma saranno i netizen ad abbracciare i cittadini offline con manifestazioni, eventi, iniziative declinate perché la divulgazione coinvolga facendo leva su problemi concreti, all’ordine del giorno.
Ci sono 5 milioni di euro da investire fino alla fine del prossimo anno, ci sono molte ambizioni e ancor più entusiasmo: si comincerà la prossima settimana, sotto la Galleria Vittorio Emanuele a Milano, 35 giorni di interviste e performance, laboratori e spettacoli.
Gaia Bottà