Roma – Sergio Cofferati, segretario del sindacato confederale CGIL, sembra deciso a muovere rapidamente tutte le pedine necessarie per sviluppare la cultura sindacale anche nella net-economy e proprio nel momento più complesso della crisi che ha investito il settore.
In un suo intervento su LaStampa, Cofferati sostiene che “nonostante i crolli di borsa, le chiusure di aziende, i licenziamenti, la net economy può diventare una straordinaria occasione di crescita economica e di benessere”. E afferma che l’Italia ha un triennio di ritardo sugli Stati Uniti con un deficit di professionalità specifiche per il settore che si aggira sulle 70mila unità (“una quantità superiore al totale dei licenziamenti delle aziende americane nell’ultimo anno”).
La CGIL, spiega Cofferati, “non può certo trascurare le nuove tecnologie e con loro le nuove modalità con cui le persone si accostano al lavoro”. Due sono i problemi che Cofferati intende affrontare: da un lato le novità nei rapporti tra net-azienda e lavoratore e dall’altra i modelli produttivi e organizzativi del lavoro, nella convinzione che su entrambi i fronti si possa lavorare per aumentare le capacità competitive delle imprese consentendo anche un aumento dell’occupazione nel settore.
Al centro, dunque, la necessità per le imprese di investimenti nella ricerca, nella logistica e nel marketing ma anche e soprattutto nella formazione dei propri lavoratori. “Averli considerati un fattore di costo e non un investimento da far crescere e tutelare – scrive Cofferati – è uno dei motivi di depauperamento delle aziende italiane”.
Secondo il segretario confederale, dunque, occorre entrare in tutto quello che va dalle qualifiche professionali dei net-lavoratori, alle carriere, alla configurazione dei rapporti tra azienda e lavoratore. Occorre “ridisegnare i profili professionali, configurare percorsi di carriera basati sulla formazione, intervenire sui costi cambiando l’organizzazione del lavoro”. Cofferati sottolinea che la net-economy fa emergere nuove figure professionali, nuovi profili, nuove necessità contrattuali e rappresenta dunque una sfida per il sindacato, una sfida che la CGIL si dice pronta a intraprendere.
L’intervento di Cofferati arriva in un momento nel quale, sotto lo stimolo di un mercato in contrazione, si è fatto più intenso il dibattito in rete sulla necessità e le caratteristiche di un eventuale sindacato di categoria, che possa comprendere e difendere i nuovi profili professionali di coloro che lavorano sulla rete e contribuiscono al suo sviluppo. Per il momento, dopo l’intervento di Cofferati si è fatta viva la ANLUI , associazione nazionale lavoratori ed utenti internet, che invita ad un tavolo di confronto tra tutte le parti interessate. Nei prossimi giorni si vedrà come i “professionisti del web” vorranno rapportarsi alle dichiarazioni di Cofferati.