Con un post comparso sulle pagine del blog ufficiale e intitolato “Annuncio di Coinbase Fact Check: decentralizzare la verità nell’era della disinformazione”, Coinbase presenta un’iniziativa messa in campo con l’obiettivo di contrastare la disinformazione che circola a proposito di temi riguardanti le monete digitali e gli exchange delegati alla loro compravendita.
Il fact checking di Coinbase sul mondo crypto
La finalità non sembra essere tanto differente da quella del Bitcoin Mining Council, realtà istituita nei giorni scorsi in seguito all’incontro tra Elon Musk e alcuni nomi importanti che gravitano attorno alla criptovaluta per eccellenza.
There’s a lot of false info about crypto out there. It’s time to address it … with truth. Announcing Coinbase Fact Check, a new effort to combat myths and misinformation as people enter the crypto economy.
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— Coinbase News (@CoinbaseNews) May 26, 2021
Al momento il progetto altro non è che una sezione del blog ufficiale contrassegnata dal tag “Coinbase Fact Check”, popolata da alcuni post riguardanti le accuse rivolte a Bitcoin sul fronte della sostenibilità e l’impiego delle criptovalute nel contesto delle attività criminali. Tutto molto poco decentralizzato.
Un dettaglio in particolare non convince appieno, il passaggio in cui Coinbase afferma che Ogni tech company dovrebbe interfacciarsi direttamente con il suo pubblico e diventare una media company
. Che possa e debba creare un rapporto diretto con chi fruisce dei servizi offerti è legittimo, ma se il fine è esercitare controllo sulle modalità con le quali la stampa e più in generale il mondo online ne analizza e commenta l’operato, l’ago della bilancia rischi-benefici non pende più dalla parte degli ultimi; soprattutto laddove in gioco ci sono i capitali e gli interessi degli investitori, ancor più se si tratta di piccoli risparmiatori che tentano la fortuna affacciandosi sul mondo crypto. Contrastare il fenomeno della disinformazione è cosa giusta e una missione nobile, ma lo è altrettanto mantenere ben definita e visibile la linea di demarcazione che distingue comunicazione e informazione. Nel blogpost si fa più volte riferimento a ciò che serve per diventare una “fonte di verità” (“source of truth”). Su un requisito ci troviamo pienamente d’accordo.
Per diventare una fonte di verità, le aziende dovranno sentirsi sempre più a loro agio nel condividere le notizie anche se le dipingono in una cattiva luce. Niente, come condividere gli sbagli, costruisce un rapporto di fiducia.