In barba a chi sostiene che le criptovalute vengono sfruttate per evadere le sanzioni internazionali, Coinbase ha sferzato una bella sorpresa. Infatti, recentemente ha rilevato e denunciato 25.000 indirizzi collegati alla Russia che, probabilmente, sono legati alla criminalità.
Coinbase, grazie alle sue misure di sicurezza attive già da tempo, è riuscita a individuare questi attori che, con ogni probabilità, sfruttavano l’exchange per attività illecite. Protagonisti russi che non sono riusciti a farla franca a causa delle misure proattive che la società ha introdotto per sradicare i crimini russi.
L’exchange ha quindi deciso di bloccare circa 25.000 indirizzi crittografici legati alla Russia. Questo gli permetterà di procedere a eventuali indagini volte a confermare quanto individuato. Ad affermarlo è stato lo Chief Legal Officer Paul Grewal in un articolo pubblicato sul blog ufficiale di Coinbase la scorsa domenica.
Coinbase blocca 25mila indirizzi russi
La notizia arriva durante un periodo concitato dove si sta combattendo una guerra. Tuttavia, questo risultato non è frutto della situazione contingente legata al conflitto tra Russia e Ucraina. Coinbase già da tempo stava lavorando per scovare e bloccare quegli attori russi che utilizzano il suo exchange di criptovalute per scopi illeciti. Anche perché le sanzioni inflitte alla Russia non sono solo quelle arrivate settimana scorsa, ma ce ne sono altre che risalgono a molti anni prima. Quindi non è da due settimane a questa parte che le criptovalute possono essere usate come mezzo per evaderle:
Nelle ultime settimane, i governi di tutto il mondo hanno imposto una serie di sanzioni a individui e territori in risposta all’invasione russa dell’Ucraina. Le sanzioni svolgono un ruolo fondamentale nella promozione della sicurezza nazionale e nella deterrenza di aggressioni illegali e Coinbase sostiene pienamente questi sforzi da parte delle autorità governative. Le sanzioni sono interventi seri e i governi sono nella posizione migliore per decidere quando, dove e come applicarle.
I sistemi applicati per combattere gli attori sanzionati
Coinbase ha incluso nel suo exchange un sistema che blocca l’accesso agli attori sanzionati. Durante l’onboarding la piattaforma controlla le applicazioni dell’account e le confronta con gli elenchi di persone o entità che sono state sanzionate. Tra queste sono comprese quelle gestite da Stati Uniti, Regno Unito, Unione Europea, Nazioni Unite, Singapore, Canada e Giappone.
Un utente, prima di poter aprire un conto su Coinbase, deve fornire tutte le informazioni identificative. Tra queste sono inclusi il nome e cognome e il Paese di residenza. Il controllo avviene tramite un fornitore indipendente e consente di verificare tutti i dati prima che la persona fisica o giuridica possa aprire un conto ed effettuare transazioni. Qualora vivesse in una zona sanzionata o se fosse identificato come persona o entità sanzionata, quell’individuo non potrà aprire un conto su Coinbase. A questo si aggiunge un’ulteriore tecnica di controllo, menzionata nell’articolo pubblicato sul blog:
Allo stesso modo, utilizziamo i controlli di geofencing per impedire l’accesso al sito Web Coinbase, nonché ai nostri prodotti e servizi, da parte di chiunque utilizzi un indirizzo IP in un’area geografica sanzionata (ad esempio, Crimea, Corea del Nord, Siria e Iran).