L’entusiasmo attorno a Coinbase sta poco alla volta scemando e la settimana rischia di chiudersi ulteriormente in calo rispetto a quanto accaduto all’esordio. Le cause possono essere molteplici e ancora non è facile leggere l’andamento di un titolo legato al mercato delle criptovalute, ma a parlare in questa fase sono i numeri.
Coinbase ripiega
Per capire cosa sia successo in questa settimana di contrattazioni occorre ricostruire l’intero percorso: la quotazione di Coinbase, fissata inizialmente a 250 dollari per azione, ha visto accendersi rapidamente l’entusiasmo con un esordio che ha valutato il brand con un immediato rialzo di oltre il 30%.
Il primo giorno (14 aprile) ha sfiorato così i 330 dollari, per poi scendere leggermente il giorno successivo sulla scia delle prime prese di posizione. Il 16 aprile è stato toccato il picco massimo del titolo, fissato ad oggi a quota 342 dollari (solo all’esordio, per poche ore, si era arrivati a 424 dollari di picco temporaneo prima del ripiegamento verso la chiusura in positivo). Da quel giorno, però, è stata tutta discesa.
333 dollari il 19 aprile, 320 dollari il 20 aprile, 311 dollari il 21 aprile. Ieri il tonfo sotto quota 300 dollari, con chiusura a 293 dollari ed un picco minimo a 287 dollari. La giornata di oggi dirà se la quotazione riuscirà a resistere in chiusura di settimana o se il trend riporterà la quotazione laddove tutto era iniziato una settimana fa, ossia quei 250 dollari a cui il gruppo ambiva a quotare le proprie azioni.
Il calo di Coinbase può per molti versi essere legato al crollo del Bitcoin, che negli ultimi giorni è sceso notevolmente rispetto ai massimi precedenti, ma la sensazione è che stia più che altro ripiegando verso una quotazione più consona ai fondamentali del gruppo. Le notizie provenienti dal mondo fiscale, con Biden sul piede di guerra per una maggior tassazione delle plusvalenze, potrebbe fare il resto. Dopo un esordio con timing perfetto, insomma, ora ci sono da affrontare le prime difficoltà: Coinbase lo sta facendo con una quotazione in ribasso, ma nell’ottica di una semplice normalizzazione di un valore che appariva fin da subito fuori da canoni razionali.