Forse mai come ora, con l’attenzione di pubblico e media concentrata sulla guerra in Ucraina, le discussioni in tema criptovalute ruotano attorno all’impiego di questi asset per finalità che vanno oltre le operazioni di trading. Dai rappresentanti istituzionali di Kiev è giunto un appello a effettuare donazioni in monete virtuali da destinare al finanziamento della resistenza e si teme che la Russia possa impiegarle per aggirare le sanzioni imposte dagli altri stati.
Ad essere chiamati in causa sono inevitabilmente gli exchange, le piattaforme che consentono gli scambi. Abbiamo riportato ieri su queste la posizione di Binance, la più importante realtà di questo ambito per volume di transazioni gestite a livello globale: di fatto, viene schivato l’invito a bloccare immediatamente tutti gli account appartenenti ai cittadini russi, optando per il congelamento selettivo di quelli riconducibili agli individui interessati personalmente dalle sanzioni internazionali.
Ucraina-Russia, la guerra passa anche dalle crypto
Sulla stessa linea Coinbase, società statunitense con sede a San Francisco, che rende nota la volontà di impedire la compravendita degli asset solamente ai profili finiti nel mirino del Dipartimento del Tesoro e a quelli potenzialmente riconducibili a loro.
Medesimo approccio adottato da FTX, il cui quartier generale si trova alle Bahamas. Differente, invece, la presa di posizione della startup DMarket con sede proprio in Ucraina e che si muove entro i confini del mercato NFT: stop immediato a tutti coloro provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia di Lukashenko, ritenuta colpevole di aver favorito l’invasione attraverso i propri confini.
Ukrainian-born startup DMarket cuts all relationships with Russia and Belarus due to the invasion of Ukraine.
– The registration on the platform is prohibited for users from Russia and Belarus;
– Accounts of previously registered users from these areas are frozen;
— DMarket (@DMarket) February 27, 2022
L’esclusione della Russia dal circuito dei pagamenti SWIFT è una delle armi puntate dall’Occidente in direzione Cremlino. Ne consegue l’adozione di BTC ed ETH in qualità di strumenti per lo spostamento dei capitali, privati e non. La richiesta di impedire ogni transazione sugli exchange crypto da parte di tutti gli utenti russi, avanzata in un primo momento dal vice primo ministro ucraino, potrebbe essere presto avallata dagli Stati Uniti, spingendo verso un blocco generalizzato e non più esclusivamente mirato.