A meno di 24 ore di distanza dalla denuncia a Binance, oltreoceano la SEC punta il dito contro un altro tra gli exchange più importanti nell’ambito delle criptovalute: Coinbase. Le accuse mosse nei confronti della società sono quelle relative alle modalità di compravendita degli asset proposte dalla piattaforma. Si tratta di un ennesimo step dell’iter avviato a marzo con l’invio della cosiddetta Wells Notice da parte dell’ente federale USA.
SEC punta il dito contro Coinbase
Nel dettaglio, la Securities and Exchange Commission ritiene che l’azienda guidata da Brian Armstrong abbia consentito il trading su prodotti finanziari pur non avendo le carte in regola per farlo, mancando la necessaria registrazione.
Almeno fin dal 2019, Coinbase ha guadagnato miliardi di dollari facilitando illegalmente l’acquisto e la vendita di prodotti e asset crypto.
Il documento pubblicato cita sia Coinbase sia la sua parent company, CGI (Coinbase Global Inc). Nel mirino anche la piattaforma staking-as-a-service che permette agli utenti-clienti di generare un guadagno attraverso la partecipazione a blockchain Proof-of-Stake. È questa, nel dettaglio, l’accusa mossa.
… la mancata registrazione da parte di Coinbase ha privato gli investitori di tutele significative, tra le quali l’ispezione da parte della SEC, i requisiti relativi al mantenimento dei registri e le salvaguardie contro i conflitti di interessi.
Da uno sguardo al documento integrale (PDF) è possibile apprendere quali sono gli asset che hanno attirato l’attenzione dell’ente: SOL, ADA, MATIC, FIL, SAND, AXS, CHZ, FLOW, ICP, NEAR, VGX, DASH e NEXO.
Un concetto ribadito dalle parole di Gary Gensler, presidente della Securities and Exchange Commission, che riportiamo di seguito in forma tradotta.
Riteniamo che Coinbase, nonostante sia soggetta alle leggi sui titoli, abbia mescolato e offerto illegalmente funzioni di scambio, broker-dealer e compensazione. In altri ambiti relativi ai nostri mercati finanziari, queste funzioni sono separate. Le presunte lacune di Coinbase privano gli investitori di tutele significative, inclusi i regolamenti che impediscono frodi e manipolazione, la corretta divulgazione, le protezioni contro i conflitti di interessi e le ispezioni di routine da parte della SEC. Inoltre, come sosteniamo, Coinbase non ha mai registrato il proprio programma di staking-as-a-service come richiesto dalle leggi sui titoli, di nuovo privando gli investitori di una divulgazione di importanza critica e di altre tutele.
Il documento è stato depositato dall’ente presso la Corte Distrettuale di New York. Le presunte violazioni imputate all’exchange riguardano il Securities Exchange Act del 1934 e il Securities Act del 1933.
Nel momento in cui viene scritto e pubblicato questo articolo non si registrano repliche da parte dell’exchange. Solo ieri, sulle pagine del blog ufficiale è comparso un appello alla definizione di regole chiare per le criptovalute, così da proteggere la leadership e i clienti americani
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Il mercato azionario ha reagito con uno schianto del titolo Coinbase in borsa: circa -10% immediato dopo la notizia. Già anche la criptovaluta per eccellenza, Bitcoin, con un -3%.