Coinhive chiude, niente più mining: cause e conseguenze

Coinhive chiude: il mining non conviene più

Coinhive chiude i battenti in parte per le pressioni sul cryptojacking, in parte per l'hard fork del Monero e in parte per la caduta del suo valore.
Coinhive chiude: il mining non conviene più
Coinhive chiude i battenti in parte per le pressioni sul cryptojacking, in parte per l'hard fork del Monero e in parte per la caduta del suo valore.

La decisione è stata presa“, ed è senza appello: Coinhive ha annunciato che il proprio servizio avrà fine a partire dal prossimo 8 marzo. Il gruppo non solo non lascia margini di ripensamento, ma spiega anche il motivo di tale scelta: “per essere onesti fino in fondo, non è più economicamente conveniente“.

Coinhive è uno dei nomi più sentiti e più discussi degli ultimi anni nel mondo delle criptovalute: per vari motivi il mining con gli script Coinhive ha fatto notizia (non sempre in positivo, in realtà), ma il brand si è posizionato con forza per il suo originale modo di interagire con il browser degli utenti. L’offerta del gruppo era infatti incentrata sul codice Javascript (coinhive.js) che era possibile implementare per ospitare un sistema di mining per Monero (XMR), una delle criptovalute più discusse in questo biennio di grande attenzione per il mondo delle monete virtuali. Il sistema è stato però sfruttato più volte in modo quanto meno discutibile, trasformando Coinhive più in un malware che non in una originale idea per sfruttare risorse condivise al fine del raggiungimento di un obiettivo di monetizzazione.

Il servizio ha subito l’onta degli antivirus e dei ban permanenti, ma aveva retto l’urto riuscendo comunque a proseguire la propria attività. Essere diventati il cuore pulsante del cryptojacking era al tempo stesso il punto forte ed il punto debole del sistema, capace di forte redditività, ma messo all’angolo da misure di sicurezza sempre più accurate. Ora però due circostanze hanno reso non più perseguibile la mission preposta: primo, per l’hard fork del Monero con pesanti variazioni dell’hash rate; secondo, per il crollo del valore delle criptovalute, che ha abbattuto il potenziale economico del mining rispetto ai picchi di fine 2017.

Dopo l’8 marzo il mining non sarà più attivo, mentre le dashboard rimarranno attive fino al 30 aprile 2019 per poter incassare quanto di diritto qualora la cifra sia al di sopra del valore minimo previsto per poter dare il via ai pagamenti.

Thank you all for the great time we had together“: la storia di Coinhive finisce così.

Fonte: Coinhive
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Pubblicato il
28 feb 2019
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