“Il 3 gennaio scorso il Consiglio dell’Autorità ha deliberato a maggioranza di avviare una consultazione pubblica sull’offerta di coinvestimento di TIM per la realizzazione di una nuova rete in fibra ottica fino ai locali degli utenti finali. Ho espresso voto contrario per ragioni di merito e per ragioni di metodo, che ritengo importante rendere pubbliche per promuovere una riflessione nell’interesse dell’istituzione, della sua indipendenza ed efficacia“: con queste parole la Commissaria AGCOM Elisa Giomi ha rigettato – nella forma e nella sostanza – la documentazione con cui TIM ha presentato i propri progetti di coinvestimento sulla rete.
I motivi sono così spiegati: “Nutro infatti seri dubbi sul fatto che l’offerta di TIM possa essere nella sostanza annoverata tra le forme di coinvestimento previste dall’art. 76 del Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche. Tale articolo mira da un lato a favorire, in un ambiente di concorrenza infrastrutturale, gli investimenti in reti ad altissima capacità e, dall’altro, prevede una limitazione delle misure correttive a carico dell’operatore monopolista. Il coinvestimento di TIM, però, consiste in una sorta di affitto di lungo periodo di grandi quantità di linee agli operatori coinvestitori, che al termine del periodo di coinvestimento non risulteranno proprietari neppure di una linea. La rete, realizzata anche grazie al loro contributo, resterà proprietà esclusiva del monopolista TIM“. Nel lungo periodo, insomma, non si andrebbe in alcun modo a scalfire il controllo della rete da parte dell’incumbent nonostante l’investimento arrivi sotto forma di compartecipazione.
Elisa Giomi spiega che la vera ambizione dovrebbe essere per una “rete tecnologicamente neutra e aperta, distribuita in modo capillare su tutto il territorio nazionale“, mentre la proposta TIM non persegue alcuno dei paradigmi principali: non c’è copertura di aree grigie e non c’è sviluppo del 5G, sancendo un immobilismo che poco contribuisce agli obiettivi strategici che il Paese invece si pone (e che l’Authority ha il dovere di difendere). Secondo Elisa Giomi, inoltre, TIM avrebbe presentato una corposa documentazione lasciando soltanto pochi giorni per l’esame, lasciando intendere un atteggiamento ostruzionistico che poco contribuisce alla serenità di questo passaggio.
Auspico che la consultazione pubblica possa essere occasione per ripensare in modo costruttivo l’offerta di coinvestimento di TIM nell’interesse del mercato, dell’utenza e del bene pubblico
Elisa Giomi, commissaria AGCOM