Una moneta digitale per combattere l’evasione. È possibile? Sì, secondo la Colombia, che sta pensando all’introduzione di una CBDC proprio con l’intento di raggiungere questa finalità. La conferma è giunta direttamente da Luis Carlos Reyes, numero uno dell’ufficio tributario locale: Uno degli importanti obiettivi è far sì che, quando i pagamenti raggiungono una certa somma, siano registrati in forma elettronica
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In Colombia, l’evasione si combatterà con una CBDC
In altre parole, un giro di vite alla circolazione del contante che va oltre l’imposizione dell’utilizzo di carte o applicazioni. Stando a quanto trapelato, tra i sostenitori dell’iniziativa c’è Gustavo Petro, presidente del paese da meno di un paio di settimane. Non è la prima volta che si esprime in modo favorevole a proposito della possibile adizione degli asset digitali.
La Colombia non è il solo stato sudamericano al lavoro su questo fronte. Anche in Brasile, in Messico e in Perù, tra gli altri, si stanno valutando i pro e i contro di una simile prospettiva.
Non si tratta ad ogni modo dell’unica strategia studiata a Bogotá per migliorare la riscossione delle tasse. È già stata annunciata una riforma fiscale che prevede, tra le altre cose, il divieto di effettuare transazioni in contanti per somme superiori ai 10 milioni di peso (peri a circa 2.260 euro al cambio).
Per chi non ne fosse a conoscenza, l’acronimo CBDC si legge per esteso Central Bank Digital Currency. È una moneta digitale emessa da una banca centrale, a differenza di quanto avviene con criptovalute come Bitcoin o Ethereum scambiate su Binance o altri exchange. Tra le caratteristiche che le distinguono da quest’ultima tipologia di asset c’è anche la stabilità del loro valore, non soggetto a volatilità.