Roma – Salve, a febbraio mi sono trasferito da Milano a Treviso per una offerta di lavoro vantaggiosa, oltre a riavvicinarmi a casa, e ho telefonato al 187 per chiedere cosa dovevo fare per ottenere la cessazione della mia linea telefonica; una operatrice gentile mi dice che basta un fax dove devo indicare che voglio fare la disdetta, allegando la fotocopia di un documento.
Il 25 Febbraio faccio il tutto e invio il fax con la documentazione allegata, lasciando pure il mio numero di cellulare per eventuali comunicazioni. Il 28 Febbraio chiamo il 187 per sapere se era arrivato il fax. Mi dicono che non è arrivato nessun FAX e di reinviarlo. Lo reinvio.
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Aspetto due settimane e chiamo il 187 per sapere a che punto è la mia pratica e mi dicono che il numero è ancora attivo (cosa che avevo già scoperto perchè, chiamando, il numero rispondeva) e che avrebbero sollecitato l’intervento. Richiamo dopo altre 2 settimane e mi dicono che il lavoro è fermo perchè avevo la preselezione con un altro operatore (Tele2). Ma io l’avevo disdetta nello stesso periodo dell’invio del FAX.
Richiamo oggi (17 Aprile 2003) e mi ripetono che la pratica è aperta (da più di un mese) e che a breve faranno il lavoro, ma intanto mi consigliano di inviare di nuovo un FAX per il sollecito e controllano che fino ad ora le bollette fossero regolarmente pagate.
Così ora io pagherò un bimestre di canone a Telecom per un servizio che non ho usato e per un loro disservizio. Vorrei tanto sapere quando la mia vecchia linea verrà cessata.
Denis C.
Gentile Denis
sono rare le segnalazioni che giungono qui in redazione di problemi con la cessazione della linea telefonica, sono invece tante quelle che parlano di fax perduti, conferme mai giunte dai call center e via dicendo.
L’esperienza fin qui insegna che per attivazioni, disattivazioni e più in generale per far valere un proprio diritto la via più sicura è senz’altro quella della raccomandata con ricevuta di ritorno, non accontentandosi di parlare con un operatore del customer care o dell’invio di un fax, mezzi che non possono garantire conferme sull’effettivo avvio della procedura richiesta.
Una raccomandata costa qualche euro ma, in un’epoca in cui il customer care telefonico è un’imposizione, a molti sembra inevitabile farvi ricorso.
In bocca al lupo, Adele Chiodi