Come eseguire app Android su Windows 10

Come eseguire app Android su Windows 10

Tutto ciò che c'è da sapere in merito all'integrazione tra Android e Windows 10, con la possibilità di sfruttare le app mobile su desktop
Come eseguire app Android su Windows 10
Tutto ciò che c'è da sapere in merito all'integrazione tra Android e Windows 10, con la possibilità di sfruttare le app mobile su desktop

L’integrazione tra Android e Windows 10 continua a migliorare costantemente. Google e Microsoft stanno di fatto lavorando per avvicinare (e perché no superare) l’ecosistema Apple. Quest’ultima infatti mette a disposizione una galassia di prodotti (iPhone, iPad, Mac, AirPods) in grado di dialogare tra loro e di offrire un’esperienza utente complementare. Di contro però i sistemi operativi di Big G e del colosso di Redmond sono i più diffusi del mercato rispettivamente in ambito smartphone e in quello computer. Un vantaggio non da poco in quanto possono contare su una base installate sconfinata.

Negli ultimi anni si sono diffusi diversi software e tecnologie che consentono di utilizzare le app Android su Windows 10. Come vedremo però gli approcci a questa funzionalità sono fondamentalmente due: da una parte il così detto mirroring, ovvero una sorta di proiezione del display dello smartphone sullo schermo dei computer; dall’altra quella che in gergo tecnico viene chiamata emulazione, ovvero la possibilità di eseguire complessivamente il sistema operativo di Google all’interno del sistema operativo di Microsoft.

Come eseguire app Android sul tuo PC Windows 10 senza programmi

In questo caso si fa riferimento alla tecnologia del mirroring, che viene sfruttata da una funzionalità interna a Windows 10 introdotta da Microsoft con la build 20185. Inizialmente è stata destinata agli iscritti al programmi Insider ma è ormai in roll-out anche nelle major release del sistema operativo del gigante californiano. La funzione in questione è denominata “Il tuo telefono” e permette la connessione tra PC e alcuni smartphone Android, consentendo agli utenti di eseguire direttamente le app del robottino verde attraverso lo schermo del computer. C’è un però.

Come già detto si tratta di una funzionalità compatibile solo con alcuni smartphone Android. In particolare, Microsoft ha siglato una partneship di esclusiva con Samsung, per cui gli unici dispositivi in grado di sfruttare “Il tuo telefono” sono quelli dell’azienda sudcoreana. In tal senso il colosso di Redmond ha creato una pagina di supporto ufficiale in cui è possibile consultare la lista dei prodotti con cui poter utilizzare questa funzione. Tra i vari modelli ricordiamo il Galaxy Note 20 Ultra, il Galaxy S20 Ultra, ma anche i pieghevoli Galaxy Z Fold2 5G e Galaxy Z Flip 5G.

È possibile utilizzare più applicazioni in contemporanea e il funzionamento è estremamente semplice: nella tendina delle notifiche degli smartphone Samsung compatibili basta selezionare il comando rapido “Link to Windows”; a quel punto occorre avviare l’apposito tool su Windows 10 e il gioco è fatto. Si tratta di una possibilità davvero molto comoda, che espande notevolmente il concetto di produttività dei dispositivi mobili, colmando in parte quel gap esistente rispetto al mondo Apple in merito alla complementarità tra telefono cellulare e PC.

Come utilizzare Android su PC e Mac con emulatori

L’emulazione è un metodo d’integrazione tra smartphone Android e computer (sia Windows che Mac) che sta prendendo sempre più piede. Il vantaggio, rispetto al mirroring, è certamente quello di una maggiore stabilità d’utilizzo e dell’assenza di problemi di compatibilità con i singoli modelli. Non a caso, si sono diffusi diversi software in grado di emulare il robottino verde a bordo dei sistemi operativi desktop. Analizziamo le principali soluzioni.

Memu

È considerato uno dei migliori emulatori Android per Windows 10. Memu è caratterizzato da un’interfaccia semplice e intuitiva e richiede requisiti minimi davvero alla portata di tutti:

  • processore Intel o AMD con architettura x86 / x86_64
  • sistema operativo Windows XP / Windows 7 / Windows 8 / Windows 8.1 / Windows 10
  • tecnologia Virtualization abilitata nel Bios (Intel VT-x o AMD-V)
  • 2 GB di RAM
  • 2 GB di memoria interna

I requisiti raccomandati invece, ovvero quelli con i quali poter ottenere la miglior esperienza possibile con Memu, sono:

  • processore: Intel i5-8400
  • 16GB di RAM
  • scheda grafica Nvidia GeForce GTX 1050
  • sistema operativo Windows 10

Installazione e configurazione

Per installare Memu basta recarsi sul portale ufficiale del software e cliccare sul pulsante “scarica”. In questa maniera parte automaticamente il download della versione più recente del software che, in questo momento, è la 7.3.0 rilasciata il 16 dicembre 2020. Successivamente occorre eseguire il file “memu-installer.exe” e, dopo alcuni istanti, il sistema richiederà di consentire al programma di apportare modifiche al dispositivo (dovrete ovviamente cliccare sul pulsante “Si”). A questo punto si aprirà un’ulteriore finestra dell’applicazione da cui avviare il processo d’installazione.

Terminata l’installazione, dal Memu Launcher è necessario cliccare sull’icona del Google Play Store. Questo perché occorre aggiungere il proprio account Google, esattamente come avviene con la prima configurazione di uno smartphone Android. Fatta questa operazione, il sistema inizierà a scaricare tutte le app associate al proprio account e sarà possibile ovviamente effettuare il download di qualsiasi applicazione presente nel negozio digitale del gigante di Mountain View. Tutto molto semplice e immediato, senza procedura arzigogolate.

BlueStacks

Creata dall’azienda americana BlueStacks Systems Inc. nel 2011, BlueStacks App Player è una piattaforma per giochi che permette l’emulazione di applicazioni Android per i sistemi operativi MacOS e Windows a partire dalla versione 7. Le caratteristiche principali sono l’ambiente completamente personalizzabile, il supporto per molteplici configurazioni di sistema operativo e l’integrazione con Google Play. In merito ai requisiti di sistema, è bene distinguere a seconda dell’OS su cui è basato il proprio computer.

I requisiti minimi di sistema per dispositivi Windows sono:
  • Sistema operativo  Microsoft Windows 7 e versioni successive;
  • Processore Intel o AMD;
  • Almeno 2 Gigabyte di RAM;
  • Almeno 5 Gigabyte di spazio libero su disco;
  • Driver grafici aggiornati di Microsoft o del fornitore di chipset.

I requisiti raccomandati invece, ovvero quelli con cui poter ottenere la migliore esperienza possibile con BlueStacks, sono:

  • Sistema operativo Microsoft Windows 10;
  • Processore multi-core Intel o AMD con punteggio PassMark a thread singolo> 1000 e estensioni di virtualizzazione abilitate nel BIOS;
  • Controller grafico Intel / Nvidia / ATI, Onboard o Discrete con punteggio PassMark> = 750;
  • Almeno 8 Gigabyte dI RAM;
  • Archivio interno basato su standard SSD;
  • Connessione a banda larga;
  • Driver grafici aggiornati di Microsoft o del fornitore di chipset.

Per quanto riguarda il mondo Mac invece, i requisiti minimi sono:

  • Mac OS Sierra (10.12), High Sierra (10.13) e Mojave (10.14);
  • Almeno 4 GB di RAM;
  • Almeno 4 GB di spazio su disco;
  • Driver grafici aggiornati dal produttore della scheda grafica;
  • Applicazione gli ultimi aggiornamenti dall’app App Store sul tuo Mac;
  • Potrebbero essere necessari i driver grafici più recenti dal sito Web del produttore della scheda grafica del proprio Mac.

Installazione e configurazione

Installando BlueStacks in ambiente Windows tutti i file del programma vengono di solito memorizzati in una sottocartella di \Program files. “Il grosso”, comprese le immagini delle macchine virtuali Android (salvate in formato VDI), viene invece memorizzato nella cartella %programdata%\BlueStacks. L’installazione viene portata a conclusione applicando le impostazioni di default ma al termine della procedura è possibile premere il piccolo pulsante in alto a destra, raffigurante un ingranaggio, per definire il comportamento del software.

Cliccando su Impostazioni si può regolare la risoluzione video, le librerie grafiche che debbono essere utilizzate (OpenGL o DirectX), i DPI, il numero di core del processore della macchina host da usare, la memoria da destinare alla macchina virtuale Android e molto altro ancora. È necessario, al primo avvio, effettuare il login al proprio account Google attraverso l’icona del Play Store, esattamente come avviene con Memu. In questo modo ci si ritroverà ad avere a che fare con un’esperienza utente identica a quella degli smartphone basati sul robottino verde.

Android Studio

Android Studio è un ambiente di sviluppo integrato (IDE) per lo sviluppo per la piattaforma Android. È stato annunciato il 16 maggio 2013 in occasione della conferenza Google I/O tenuta dal Product Manager Google, Katherine Chou. È disponibile gratuitamente sotto licenza Apache 2.0.[1] Basato sul software di JetBrains IntelliJ IDEA, è stato progettato specificamente per lo sviluppo di applicazioni Android. È disponibile il download su Windows, Mac OS X e Linux, e sostituisce gli Android Development Tools (ADT) di Eclipse, diventando l’IDE primario di Google per lo sviluppo nativo di applicazioni per il robottino verde.

È dunque un applicativo professionale, pensato fondamentalmente per gli sviluppatori di applicazioni, ma che comunque emula il sistema operativo realizzato da Google su ambiente desktop.

Installazione e configurazione

Per installare Android Studio basta recarsi sul portale ufficiale del software e cliccare sul pulsante “scarica”. In questa maniera parte automaticamente il download della versione più recente del software che, in questo momento, è la 4.1.1. Successivamente occorre eseguire il file “android-studio.exe” (o .dmg a seconda che si tratti di un computer Windows o Mac) e, dopo alcuni istanti, il sistema richiederà di consentire al programma di apportare modifiche al dispositivo (dovrete ovviamente cliccare sul pulsante “Si”). A questo punto si aprirà un’ulteriore finestra dell’applicazione da cui avviare il processo d’installazione.

L’ultimo passaggio della fase di installazione dell’ambiente di sviluppo è quello di verificare quali package Android siano installati sul nostro sistema ed eventualmente installare quelli mancanti. Per fare questo clicchiamo sulla voce Configure della finestra di benvenuto e successivamente selezioniamo l’opzione SDK Manager. Nella finestra che si apre clicchiamo in basso su Launch Standalone SDK Manager e in questo modo verrà visualizzato l’Android SDK Manager. In generale comunque ci si ritrova di fronte un’interfaccia pensata per lo sviluppo, per la quale sono necessarie competenze elevate per l’utilizzo.

Altri modi per eseguire Android su Windows 10

Come detto in apertura, negli ultimi anni si sono diffusi diversi applicativi in grado di garantire un certo tipo d’integrazione tra Android e Windows 10. Le due tecnologie di mirroring e di emulazione rimangono comunque il punto chiave di tutti questi software. Non a caso, al di là di quelli già citati, uno dei più diffusi è AirDroid, un programma basato proprio sul concetto mirroring e particolarmente efficace.

AirDroid: mirroring e controllo remoto

AirDroid è un applicazione multi-piattaforma, disponibile per Windows, Mac OS X, Android ed in versione web-based, che consente di interagire tramite desktop col proprio smartphone Android ed ultimamente anche con i dispositivi iOS. L’applicazione consente di accedere e gestire il proprio dispositivo o tablet direttamente da desktop, senza fili e gratuitamente.

L’applicazione, nel corso degli anni, è migliorata tantissimo e sopratutto sul piano della sicurezza dopo i numerosi problemi riscontrati. Infatti Airdroid risultava vulnerabile alla intercettazione e perdita di dati se collegati con reti non attendibili. Attualmente Airdroid adotta dei sistemi di sicurezza all’avanguardia per garantire all’utente finale un prodotto il più sicuro possibile.

L’utilizzo di AirDroid è davvero semplice ed intuitivo. Innanzitutto bisogna scaricare lo strumento sul dispositivo mobile e successivamente anche lato desktop dal sito ufficiale, come vedremo successivamente. Una volta installato sia su dispositivo mobile sia su desktop basterà effettuare una veloce registrazione per poter accedere a tutti i servizi offerti da AirDroid.

L’interfaccia di AirDroid, lato desktop, è molto intuitiva e ben strutturata. Sul lato sinistro troviamo tutti i possibili menù, dediti alle principali funzionalità del servizio: trasferimento file, file, AirMirror, Notifiche, SMS, Registro chiamate e Contatto. Consente di trasferire file dal PC allo smartphone (e viceversa) oltre a controllare notifiche, messaggi, telefonate. Insomma, una sorta di estensione del telefono cellulare. Davvero molto comodo nell’ottica della produttività.

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Pubblicato il
26 dic 2020
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