Come scegliere il cloud più adatto alle proprie esigenze
Nelle ultime settimane vi abbiamo parlato a più riprese del cloud. Attraverso la nostra guida generale al Cloud è possibile avere una panoramica su questa tecnologia che sta ormai caratterizzando sempre più la quotidianità di tutti noi. Abbiamo anche realizzato un approfondimento per spiegare in maniera più specifica la differenza tra il cloud storage e il cloud computing. Insomma, sono state messe le basi per permettervi di operare la scelta migliore in relazione alle vostre esigenze. Adesso è il momento di capire quali sono queste esigenze.
Come abbiamo visto infatti il cloud è una tecnologia estremamente versatile e, al tempo stesso, frastagliata. Le soluzioni disponibili sul mercato sono centinaia e operare una scelta è tutt’altro che agevole. Sono tanti i parametri da prendere in considerazione e certamente anche il prezzo ha il suo peso, come del resto accade sempre in ambito software. Il punto di partenza rimane comunque quello di comprendere l’esigenza dell’azienda o del privato di turno, al fine di poter individuare ciò che fa al caso proprio.
Quali sono le tue esigenze
Hai bisogno di archiviare i tuoi dati in modo da averli sempre a disposizione da qualsiasi dispositivo? Il cloud storage è la risposta. Necessiti di un servizio che consente alla tua azienda di avere a disposizione funzionalità senza sobbarcarsi i costi dell’infrastruttura? Allora devi guardare al cloud computing. Potremmo stare qui a scrivere esempi all’infinito, ma il primo passo da compiere è capire ciò di cui si ha bisogno. In tal senso una grande mano vi arriva dal comprendere la differenza tra cloud storage e cloud computing, a cui abbiamo già fatto riferimento in apertura.
Volendo sintetizzare:
- cloud storage: semplice archiviazione di file (documenti, fotografie, video etc.). Un esempio lampante è Dropbox, servizio che permette di posizionare online dati di qualsiasi natura ma che si limita a fare da storage appunto;
- cloud computing: oltre a fornire la possibilità di immagazzinare dati online, permette anche di lavorare sui file depositati. I più famosi esempi di cloud computing sono certamente Google Drive e Microsoft OneDrive, che permettono l’uso (anche condiviso) dei file che contengono, consentendo una forma di ciò che viene comunemente chiamata “online collaboration”.
Come detto in apertura, vi invitiamo a recuperare il nostro approfondimento a questo indirizzo al fine di scendere ancor più nel dettaglio di questa differenza. Nel frattempo, analizziamo insieme alcuni esempi di quelle che possono essere le esigenze a cui il cloud è in grado di rispondere.
Backup
Il Backup Online è una delle maggiori esigenze relative a questa tecnologia. Si tratta di un servizio informatico di cloud computing gestito attraverso un software che si installa (solitamente) sul proprio computer e che effettua l’archiviazione dei file attraverso connessione ad internet sicura su un server remoto. Tramite questo strumento è possibile avere un’archiviazione remota dei dati preservandoli in caso di cancellazione accidentale. La soluzione perfetta dunque per evitare di perdere le proprie fotografie a causa del più classico dei malfunzionamenti di un hard disk esterno, ad esempio.
Il funzionamento è elementare. In seguito all’installazione di un software (il client) sul computer da proteggere, l’utente (o l’amministratore del sistema) può configurare una replica remota di tutti o parte dei file, scegliendo schedulazione e strategie per il mantenimento dei dati (la così detta retention policy). Alcuni software eseguono continuamente l’operazione di verifica e salvataggio (real-time) monitorando le modifiche sui file aperti, altri che sono invece programmati per operare secondo la schedulazione decisa.
I dati vengono in genere trasferiti utilizzando cifratura end-to-end garantendo quindi la protezione dei dati da accessi indesiderati. I vantaggi del Backup Online rispetto all’archiviazione tradizionale sono tanti: i dati sono fisicamente in un luogo diverso da quello in cui si trovano gli originali, per cui sono protetti anche in caso di disastro ambientale; lo spazio disponibile non da hardware fisici, ed è quindi espandibile virtualmente senza limiti; è possibile accedere ai propri dati, con credenziali riservate, in qualsiasi momento da qualsiasi postazione connessa ad internet, inclusi smartphone e tablet. Potremmo continuare per ore.
Archiviazione condivisa
In tanti contesti, specie lavorativi, l’archiviazione condivisa ha completamente rivoluzionato i workflow. Immaginate, ad esempio, gli studi tecnici (ingegneria, architettura etc.) in cui su ciascun progetto deve esserci l’intervento di più persone. È proprio qui che il cloud riesce a fare la differenza, in quanto lo spazio messo a disposizione dalla “nuvola” può essere utilizzato anche contemporaneamente da più utenti. Come sempre, dipende ovviamente dai servizi, e Google Cloud Platform è certamente l’esempio lampante (e tra i più diffusi) di archiviazione condivisa (e non solo).
È una suite di servizi di cloud computing che gira sulla stessa infrastruttura che Google utilizza internamente per i suoi prodotti per gli utenti finali, come Ricerca Google, Gmail, archiviazione di file e YouTube. È il classico esempio di cloud come parte di una più ampia suite di applicativi, con particolare riferimento alle aziende. La forza della soluzione dell’azienda di Mountain View è infatti proprio quella di poter dialogare direttamente con servizi pensati per il mercato consumer.
In soldoni dunque, l’archiviazione condivisa è una tecnologia che consente di mettere a disposizione di più utenti uno stesso spazio di archiviazione. In questo modo i file contenuti in questa “nuvola” possono essere visualizzati e/o modifica in contemporanea da persone differenti (a patto che queste abbiamo le credenziali di accesso), e questo aumenta esponenzialmente il livello di produttività. Insomma, una delle tante esigenze legate al cloud.
Collaborazione con i clienti
Recuperare efficienza, interagire a distanza, offrire nuovi servizi e sviluppare nuovi modelli di business. Sono solo alcune delle possibilità offerte dalla collaborazione con i propri clienti basata su tecnologie cloud. Anche in questo caso gli esempi possono essere innumerevoli, ma certamente la suite Office 365 di Microsoft rappresenta quello più lampante per comprendere le potenzialità di soluzioni di questo tipo.
In particolare, facciamo riferimento a due applicativi come Outlook e Exchange, facenti parte appunto della suite Office 365. Attraverso questi due programmi è possibile comunicare in modo semplice e diretto per e-mail o via chat, sfruttando anche le videoconferenze grazie a Microsoft Teams. In più vengono messe e disposizione dell’utente funzionalità come agenda, calendario e stato online. Il tutto con la possibilità di creare veri e propri spazi virtuali con i singoli clienti, in modo tale da mantenere costantemente un filo diretto con loro.
Un vantaggio enorme, che consente anche di poter integrare nuovi strumenti all’interno delle proprie proposte commerciali. In questo modo infatti i clienti continueranno a essere seguiti costantemente e, al tempo stesso, la produttività sui vari progetti ne gioverà, visto che è possibile instaurare un confronto costante e diretto tra committente e professionista.
Requisiti legali
Al netto delle esigenze, soprattutto in ambito aziendale, sono state fissate delle linee guide per l’adozione di soluzioni cloud. In particolare, AgID (Agenzia per l’Italia digitale), come indicato all’art. 3 della Circolare Ministeriale, ha classificato i requisiti per la qualificazione dei Cloud Service Provider e delle soluzioni Cloud come segue:
- RP, ovvero requisiti preliminari;
- RO, ovvero requisiti organizzativi;
- Requisiti specifici.
A loro volta i requisiti specifici vengono ulteriormente raggruppati in:
- sicurezza (RS);
- privacy e protezione dei dati personali (RPP);
- performance e scalabilità (RPS);
- interoperabilità e portabilità (RIP);
- conformità legislativa (RCL).
In particolare, le tipologie di verifiche previste sono:
- Dichiarazione del Fornitore Cloud – il cui accertamento consiste nell’acquisizione da parte di AgID di un atto formale nel quale il Fornitore Cloud (a seconda dei casi): dichiara espressamente la sussistenza di quanto specificato nel requisito; si assume l’obbligo di agire secondo quanto richiesto dal requisito al verificarsi di determinate condizioni. Nel caso in cui sia previsto un obbligo di agire, la verifica può consistere nell’accertare che l’obbligo sia stato riportato correttamente in uno o più atti formali (ad esempio, nel contratto di fornitura). Nel caso in cui sia richiesto di dichiarare informazioni puntuali e/o descrittive, la verifica consiste nell’acquisizione delle specifiche informazioni tramite compilazione da parte del Fornitore Cloud dei moduli di registrazione (form) presenti sulla piattaforma informatica che supporta il processo di qualificazione.
- Verifica documentale – il cui accertamento consiste nella verifica del possesso da parte del fornitore Cloud di idonea documentazione comprovante il soddisfacimento del requisito. Durante la sottomissione della richiesta di qualificazione verrà espressamente richiesta la produzione di tale documentazione. La verifica documentale comprende anche il caso in cui al Fornitore Cloud sia richiesto di produrre una documentazione tecnica (manualistica, guida operativa, ecc.) o una certificazione tecnica da consegnare all’acquirente nella fase di avvio della fornitura.
Consegna di prodotti digitali
Chi lavora online nel campo dei prodotti digitali sa bene quanto sia importante automatizzare il processo di consegna digitale del prodotto acquistato dal cliente dopo il pagamento dello stesso. In questo modo infatti il commerciante viene totalmente svincolato dal seguire ogni processo di vendita e può “lasciare aperto” il proprio negozio virtuale 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno. Un vantaggio enorme che inevitabilmente si riflette, in maniera virtuosa, sul volume del proprio business on-line.
Il processo di consegna digitale deve anche sopperire ad un altra esigenza fondamentale per chi lavora vendendo prodotti digitali ( ebook, software, video, audio ecc..), vale a dire la necessità di proteggere e mascherare i link di download dei prodotti. La logica è quella di impedire che altre persone possano scaricare il prodotto senza acquistarlo. In tal senso il mercato offre diversi sistemi gratuiti per effettuare la consegna digitale dei prodotti, anche se molto spesso le caratteristiche di queste soluzioni non possono soddisfare tutte le esigenze.
Paypal, ad esempio, integra un sistema di ritorno automatico personalizzabile che permette la consegna digitale, anche se esso non protegge il link di download. I sistemi e-commerce a pagamento invece offrono funzioni complete ed avanzate per la consegna digitale automatica e nello stesso tempo la protezione dei link di download. È a questi dunque a cui bisogna guardare in questo particolare ambito.
Quali sono i costi di un servizio cloud
È un interrogativo a cui è difficile rispondere, in quanto non esiste una considerazione univoca da fare alla fonte. Infatti, conoscere le caratteristiche e i requisiti delle applicazioni da spostare in cloud potrebbe non bastare. Spesso infatti i servizi PaaS/IaaS vengono confusi con un servizio SaaS, nel quale la gestione degli strati applicativi e di sistema sono totalmente demandati al fornitore. Questo fa inevitabilmente lievitare i costi complessivi per il cliente, ed è solo un esempio dei migliaia di ambiti di applicazione della “nuvola”.
Il modo migliore per non incappare in costi inattesi è di valutare con attenzione le varie tipologie di servizio offerte dal cloud provider (on-demand, reserved/spot instances, storage, networking, servizi di sicurezza), confrontando di conseguenza i requisiti e la propria domanda di workload con le varie tipologie di istanza disponibili. Se possibile, utilizzare una voce con formula di acquisto on demand. Questa consente, nel primo periodo di produzione, di stimare l’ottimizzazione della risorsa per procedere, se richiesto, con il dimensionamento definitivo e con un conseguente adeguamento dei costi
Allo stesso modo, se un’applicazione non è ottimizzata per il public cloud è opportuno valutare se valga la pena tenersela in casa ancora un po’, oppure andare alla ricerca di un servizio gestito in cloud che esponga costi definiti e prevedibili. Insomma, è davvero complesso valutare l’effettivo costo di un servizio cloud, per cui come sempre la chiave è comprendere le proprie specifiche esigenze e solo successivamente passare alla ricerca sul mercato.
I migliori servizi di cloud del 2024
Considerando tutta questa panoramica, abbiamo pensato di raggruppare i migliori servizi di cloud del 2024. Una selezione di difficile stesura, considerando l’ampia offerta disponibile, ma che può esservi utile per muovervi all’interno di uno scenario complesso com’è quello della “nuvola”. Il consiglio rimane comunque quello di effettuare un’attenta valutazione a monte, pratica che, come abbiamo visto poco fa, vi consente non solo di poter soddisfare appieno le vostre necessità ma anche di non incappare in costi indesiderati.
pCloud
pCloud è un servizi di cloud storage nato nel 2013 in Bulgaria, con sede in Svizzera. Rispetto ad altri servizi è molto più giovane, ma nei suoi 5 anni di vita è stato capace di ottenere delle collaborazioni con marchi di fama mondiale come Uber e Twitter, a testimonianza della qualità delle soluzioni offerte. Il portale si presenta con un’interfaccia grafica semplice e particolarmente intuitiva. In pochi minuti si potrà creare un account gratuito funzionante al 100%, senza essere in possesso di particolari requisiti o competenze.
Nel cloud può essere caricata ogni tipologia di file, dalle canzoni fino ai video, per non dimenticare documenti e file .ZIP. Si consiglia di creare delle sottocartelle per rintracciare più facilmente ogni file caricato e non perdere tempo cercandolo all’interno dell’account. Il portale, e di conseguenza lo spazio d’archiviazione on-line, può essere raggiunto via desktop (Windows, Mac e Linux) oppure attraverso l’ottima applicazione per dispositivi mobili Android, siano essi smartphone o tablet. Trovate maggiori informazioni a questo indirizzo.
Sync.com
Sync.com è un servizio di archiviazione cloud che semplifica l’archiviazione, la condivisione e l’accesso ai file importanti da qualsiasi parte del mondo. Questa azienda viene spesso definita una delle migliori alternative a Dropbox e offre molte funzionalità affidabili che attirano sia i privati che le aziende. Ecco una panoramica di base su ciò che offre Sync.com:
- Cloud privato al 100% : sicurezza e privacy sono garantite con la crittografia dei file end-to-end.
- Backup e sincronizzazione automatici : le semplici funzionalità di pianificazione consentono di eseguire automaticamente il backup di tutti i file e di sincronizzare i file da tutti i dispositivi.
- Accedi ai file da qualsiasi luogo – Sync.com ha straordinarie app desktop e mobili che ti consentono di accedere ai tuoi file da qualsiasi parte del mondo.
- Condivisione file semplice : puoi condividere o inviare file facilmente con chiunque, anche se non dispone di un account di sincronizzazione. È possibile impostare la protezione tramite password e le date di scadenza.
- Collaborazione in team : la sincronizzazione è un’ottima soluzione per le aziende che desiderano collaborare in remoto sui file. Facile configurazione per autorizzazioni utente e controlli di accesso.
Il servizio è profondamente integrato in Windows, proprio come OneDrive, rendendolo un servizio facile da usare sia per i principianti che per gli utenti avanzati. Ha funzionalità di condivisione e sincronizzazione.