Quando gli adolescenti si avvicinano ai loro primi account ed entrano nel magico mondo del nome/password, si trovano di fronte ad un dilemma del quale ancora non conoscono tutte difficili le spigolature. Spesso e volentieri cadono così nella più comune delle banalità, impostando password facili da ricordare (“123456“) o correlate a date di nascita e altri dati di facile identificazione. A loro è dedicata una guida del Garante per la Protezione dei Dati Personali, un breve excursus nelle best practice per la selezione di una password e l’uso sicuro della stessa.
Altro che 123456
A loro, ma non solo: i dati indicano un aumento vorticoso dei crimini informatici e dei tentativi di truffa, il che si accompagna alla crescita dei profili di recente alfabetizzazione informatica (aspetto legato alle dinamiche collaterali alla pandemia). Sono dunque potenzialmente molte le persone esposte al dilemma delle password e non sufficientemente formate per saper espletare questa scelta.
La guida del Garante è qui: poche pagine, poche informazioni, ma tutte utili ed essenziali. La cosa più importante è comprendere come una password non sia soltanto una futilità da espletare, ma qualcosa di importante a cui prestare ferma attenzione. Sarà l’esperienza a dettare i modi migliori per comporle, sceglierle e conservarle, ma evitare le banalità sarebbe già un piccolo passo avanti per l’utente e un grosso passo avanti per l’umanità.