I droni Predator dovrebbero fornire ai soldati statunitensi una visione chiara e in tempo reale delle zone calde in Afghanistan e Iraq, ma finiscono col diventare un’arma a doppio taglio a disposizione anche di talebani e “insorgenti” dotati dell’hardware opportuno. Che sono in grado di catturare e registrare le trasmissioni degli UAV made in USA per il semplice fatto che lo streaming video in tempo reale viene inviato in chiaro per tutto il tempo .
I flussi di immagini trasmessi (nelle bande delle trasmissioni satellitari) dai droni ai ricevitori ROVER sul campo, infatti, non sono dotati di alcun sistema di protezione o cifratura. Il Pentagono sa, dice il Wall Street Journal , è a conoscenza di questa incredibile falla nelle comunicazioni (che si vorrebbero segrete) di intelligence “sul campo” da quasi vent’anni, ma non ha fatto nulla perché, dicono fonti interne, non si immaginava come le “dirette” dei Predator sarebbero potute finire sui laptop di “insorgenti” durante le guerre mediorientali.
E invece gli “insorgenti” di quelle dirette ne han fatto scorpacciate, come inequivocabilmente dimostra il ritrovamento di “svariati” PC portatili contenenti ore di registrazioni video tutte provenienti dai Predator di cui sopra. Il merito sarebbe da attribuire al software russo SkyGrabber , con cui basta puntare la propria parabola satellitare nella giusta direzione per “cominciare a catturare” .
In un capovolgimento di termini che sarebbe più opportuno in un mattone di fantapolitica che nella realtà del cyber-warfare, nota Ars Technica , “giocattoli” consumer sul genere di Blu-ray (ma anche DVD con il suo oramai arcaico algoritmo di cifratura CSS) e sistemi operativi usati da milioni di persone nel mondo sono capaci di blindare i contenuti in una maniera enormemente superiore ai dispositivi con cui operano i militari USA.
La colpa, si difendono gli ufficiali statunitensi, sta nel design iniziale di questo genere di sistemi di intelligence, basati su tecnologie di trasmissioni commerciali disponibili al tempo (senza neanche l’ombra di una qualsiasi cifratura), pensati per essere economici e soprattutto per ottenere le dirette sul campo di battaglia senza molta preoccupazione sulla possibilità di intercettare immagini inviate in chiaro.
E stando agli scenari evidenziali da fonti interne al Pentagono, i Predator sono solo una parte di un problema molto più esteso: ogni caccia, bombardiere, intercettore, ricognitore, centro operativo a terra, e componente Tactical Air Control è dotato di un “downlink” da trasmettere ai ricevitori ROVER. Tutti rigorosamente in chiaro e ben visibili.
Alfonso Maruccia