Roma – La corsa ai CD protetti dei discografici di mezzo mondo sembra aver trovato un nuovo imponente ostacolo sul proprio cammino: post-it e pennarelli.
In un articolo, il l’ezine tedesca Chip.de ha infatti esposto due metodi di “sprotezione” che, sebbene alquanto grossolani, sembrano rivelarsi efficaci e consentire la copia di CD protetti dalle tecnologie più comuni, fra cui la Cactus Data Shield di Midbar e la Key2Audio di Sony.
I due espedienti sfruttano il fatto che queste due tecnologie di protezione aggiungono ai CD una traccia esterna contenente dati corrotti. La traccia, benché ignorata dai tradizionali lettori di CD audio, confonde i lettori di CD-ROM e previene, in questo modo, l’estrazione delle tracce sull’hard disk di un computer. Questo almeno in teoria, visto che alcuni utenti, negli scorsi mesi, hanno segnalato a Punto Informatico di essere riusciti, con determinati lettori e software di masterizzazione, a copiare ugualmente questo tipo di CD.
Chip.de ha spiegato che coprendo una porzione del CD compresa fra la linea di divisione (una striscia chiara) che separa le tracce audio (sul lato interno) da quella dati (sul lato esterno), oppure tracciando con un pennarello dalla punta sottile una linea tangente alla linea divisoria in direzione dei bordi del disco, è possibile aggirare la protezione e rendere i CD protetti perfettamente leggibili da qualsiasi lettore di CD-ROM.
Qui è possibile trovare alcune immagini esplicative sulle operazioni da compiere.
Questo avverrebbe perché la linea di pennarello o il post-it fanno in modo che il lettore ignori la traccia dati più esterna trattando in questo modo il disco come un normale CD audio. Questo vale sia per i PC che per i Mac.
Proprio pochi giorni fa Apple ha pubblicato un documento in cui mette in guardia i propri utenti dall’utilizzare questo tipo di CD per evitare guai col lettore o con il sistema operativo.