Google Bard deve ancora arrivare in Italia ma già nel resto del mondo alcuni utenti lo stanno preferendo a ChatGPT, che non dispone dell’accesso a Internet nel suo piano gratuito, e a Bing Chat, l’alternativa proposta da Microsoft. Con l’incremento di consumatori, naturalmente aumentano anche gli strumenti che si avvalgono di Google Bard o che espandono le sue abilità, sfruttando la ricerca dei contenuti sul Web con il motore di ricerca più potente al mondo.
Qualcuno, però, potrebbe preferire un uso di Bard limitato alla sezione Google Ricerca, ovvero tramite la normale, tipica esperienza d’uso dello strumento caratteristico della Grande G. Vediamo, pertanto, come usare l’IA Bard nella Ricerca ordinaria.
Google Bard migliora l’esperienza di ricerca
Prima di procedere con l’analisi dell’estensione Chrome che permette l’uso immediato e ottimizzato del chatbot firmato dalla società di Sundar Pichai, dobbiamo ammettere che non si tratta di un’opzione strettamente necessaria. Ricordiamo, infatti, che Google Bard può già operare come motore di ricerca (più o meno) semplicemente ponendo un quesito di qualsiasi tipo al bot. Dopodiché, egli risponderà nel modo più completo e chiaro possibile mostrando anche la lista completa di fonti usate al fine di produrre l’output consegnato all’utente.
Non si tratterà dell’esperienza più intuitiva in assoluto, specialmente se paragonata alla normale ricerca di contenuti su Google. Tuttavia, la comprensione del contesto e l’abilità di rispondere a quesiti follow-up sono dettagli che rendono Bard un’ottima opzione, essendo peraltro basato proprio sul medesimo motore.
Come collegare Bard alla Ricerca
L’IA generativa nella Ricerca Google sta ricevendo molta attenzione ed è ancora in fase di test. Per l’implementazione stabile, pertanto, sarà necessario attendere diversi mesi. Chi vuole provare con mano una versione potenziata, però, può farlo installando l’estensione “Bard for Search Engine” disponibile su Chrome Web Store tramite la pagina dedicata.
Perché utilizzare proprio questa estensione? O meglio, perché utilizzare Bard sul vostro motore di ricerca? Semplicemente in quanto il chatbot può offrire risultati completi e informati, incrociando più fonti in maniera rapida e facendovi risparmiare tempo, evitando di passare da una scheda all’altra o da un sito Web a un altro. Bard for Search Engines, in definitiva, offre un’esperienza ordinata e ottimizzata per fornire approfondimenti sui risultati più pertinenti alle vostre query, sia su Google che su Yahoo, Brave o altre soluzioni. Oltre a recuperare le risposte per le query di ricerca, l’estensione consente di continuare con la medesima conversazione nella stessa pagina.
Per accedere a tutto ciò bisogna prima di tutto recarsi sulla pagina Web sopra citata e cliccare sul pulsante “Aggiungi a Chrome”, e dunque su “Aggiungi estensione” nella richiesta di conferma. Dopodiché bisogna aprire una nuova scheda e visitare il sito di Google Bard (dunque vi serve una VPN attiva continuamente, e preferibilmente associata a server situati negli Stati Uniti per questione di comodità e accesso sicuro).
Effettuato l’accesso con il proprio account Google, eventualmente iscrivendosi per la prima volta al servizio Bard, l’estensione si collega automaticamente e permette di completare qualsiasi ricerca su Google ricevendo, in una barra laterale posizionata a destra, la risposta del chatbot oltre all’output normalmente offerto dal browser.
Cosa cambia esattamente?
Tra queste due alternative, ovvero l’uso singolo di Google Bard e la sincronizzazione con l’esperienza di Ricerca, è in realtà semplice distinguere le differenze chiave, perché sono piuttosto limitate. Come già sappiamo, il chatbot si fonda sul medesimo motore di ricerca che la maggior parte degli internauti usa su base quotidiana e, molto banalmente, migliora ogni attività, supportando l’utente con feature avanzate e novità ancora in fase di sviluppo, tra cui la generazione di immagini e l’analisi di fotografie inviate dagli utenti stessi. In altri termini, è Google elevato al cubo, e promette di diventare ancora più potente!
D’altro canto, la sincronizzazione con l’esperienza di Google Ricerca permette di confrontare i risultati ottenuti in tempo reale, notando l’impatto dell’intelligenza artificiale nell’analisi delle pagine Web e nell’output proposto all’utente finale. In aggiunta, è molto più comodo procedere con l’inserimento di una query sulla barra degli indirizzi piuttosto che avviare Bard, porre il quesito all’IA e ottenere un risultato “narrato”, quando magari interessano concretamente solo dati ben definiti, statistiche, grafici o informazioni più essenziali.
In poche parole, la prima soluzione è un approccio completamente nuovo alla ricerca di contenuti su Internet, supportato dall’intelligenza artificiale e dalle sue intriganti abilità di analisi di dati e stesura di testi; la seconda è invece più intuitiva e conosciuta al pubblico e, dopo una semplice impostazione, si rivela pressoché identica alla classica Ricerca Google. Se prediligete un’esperienza avanzata su Google Ricerca allora dovete seguire il metodo che vi abbiamo indicato in precedenza, giungendo infine a un ottimo equilibrio tra essenzialità e soluzioni avanzate; altrimenti, l’IA Google Bard è sufficientemente adeguata alle vostre necessità, sempre a patto che vi accediate tramite VPN fino al momento del rilascio in Italia, il che può tradursi in una spesa ulteriore da sostenere.