Ha preso il via nella giornata di ieri l’attività del Comitato Banda Ultralarga (CoBUL) presso il Ministero dello Sviluppo Economico, nella sua nuova composizione. L’incontro è stato presieduto dal Ministro per il Sud, Barbara Lezzi, portando all’approvazione del lancio per la seconda fase del Piano Banda Ultralarga (BUL).
I lavori del Comitato Banda Ultralarga
Tra gli obiettivi dichiarati gli interventi sulle cosiddette aree grigie del paese e il sostegno alla domanda dei servizi di accesso a Internet con velocità elevate attraverso il rilascio dei voucher per la connettività.
Focus anche sui progressi effettuati con il piano avviato nel 2017 in merito alle aree bianche: sono stati evidenziati rallentamenti nella realizzazione delle opere. A tal proposito, il Comitato ha discusso dell’impegno necessario per completare i lavori avviati nella regione Basilicata e del ricorso presentato dal Governo in seguito alla decisione dell’Unione Europea di non riconoscere l’IVA per le aree bianche. Questo il commento di Lezzi.
È necessario accelerare la digitalizzazione del Paese, attraverso la realizzazione di una infrastruttura di rete veloce, efficiente e soprattutto accessibile su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud. Con il lancio della seconda fase della Strategia nazionale per la Banda Ultralarga, vogliamo ribadire l’importanza di uno sviluppo tecnologico che si rende necessario per creare finalmente quelle autostrade digitali di cui il Paese ha bisogno.
L’Italia nell’indice DESI
Fanno eco le parole di Marco Bellezza, consigliere giuridico di Luigi Di Maio per le comunicazioni e l’innovazione digitale, che in seguito all’incontro del CoBUL ha sottolineato l’importanza del far guadagnare all’Italia posizioni nell’indice DESI (Digital Economy and Society Index) che fotografa la competitività digitale dei paesi europei.
Nella riunione del COBUL di oggi viene avviato, su impulso del Ministro Di Maio, un percorso sfidante. L’obiettivo è far risalire l’Italia nell’indice DESI, che rileva i progressi compiuti dagli Stati UE, in termini di digitalizzazione, non solo sul fronte delle infrastrutture ma anche in relazione ai servizi digitali per cittadini e imprese, con uno sforzo corale del Paese a tutti i livelli istituzionali.
L’indice DESI vede in testa Finlandia, Svezia, Olanda e Danimarca. Irlanda, Lituania e Lettonia sono gli stati che hanno fatto registrare i progressi più significativi nel corso degli ultimi cinque anni. La posizione dell’Italia è tutt’altro che invidiabile: quintultima, davanti solo a Polonia, Grecia, Romania e Bulgaria.