L'Europa bacchetta Apple su App Store e streaming musicale

L'Europa bacchetta Apple su streaming e App Store

Competitività distorta e abuso di posizione dominante: queste le pesanti accuse mosse dalla Commissione Europea nei confronti della mela morsicata.
L'Europa bacchetta Apple su streaming e App Store
Competitività distorta e abuso di posizione dominante: queste le pesanti accuse mosse dalla Commissione Europea nei confronti della mela morsicata.

Come previsto, la Commissione Europea ha informato Apple dell’esito dell’analisi condotta in merito alle pratiche attuate nei confronti dei concorrenti, attraverso la piattaforma App Store, più nel dettaglio per quanto concerne le condizioni applicate a coloro che operano nel mercato dello streaming musicale.

La Commissione Europea su App Store e streaming musicale

A finire sotto la lente d’ingrandimento di Bruxelles è stato il meccanismo degli acquisti in-app imposto ai competitor per la gestione dei pagamenti. La comunicazione degli addebiti ufficializzata oggi fa riferimento a distorsione della concorrenza e abuso di posizione dominante. La migliore sintesi di ciò che ha condotto alla decisione è nelle parole di Margrethe Vestager, che riportiamo di seguito in forma tradotta.

Gli store di applicazioni giocano un ruolo centrale per l’odierna economia digitale. Possiamo fare i nostri acquisti, accedere alle notizie, alla musica o ai film tramite app anziché visitando i siti Web. Secondo le nostre conclusioni preliminari, Apple è un “gatekeeper” per gli utenti di iPhone e iPad attraverso App Store. Con Apple Music, Apple compete anche con gli altri fornitori di streaming musicale. Imponendo regole severe su App Store, a svantaggio dei servizi di streaming musicale concorrenti, Apple priva gli utenti di scelte più economiche per lo streaming della musica e distorce la competitività. Questo avviene applicando ai concorrenti il pagamento di commissioni elevate per ogni transazione nello store delle applicazioni e proibendo loro di informare gli utenti delle opzioni alternative per le sottoscrizioni.

Il dito è puntato contro ciò che l’istituzione definisce l’ecosistema chiuso creato dalla mela morsicata, all’interno del quale controlla ogni aspetto dell’esperienza utente offerta da iPhone e iPad.

La Commissione Europea ritiene che gli utenti dei dispositivi Apple siano molto fedeli al brand e non disposti a lasciarlo facilmente. Come conseguenza, per servire gli utenti iOS, gli sviluppatori delle applicazioni devono distribuire attraverso App Store, sottostando alle regole non negoziabili imposte da Apple.

L’attenzione si concentra in particolare su due aspetti: l’utilizzo obbligatorio del sistema di acquisti in-app per la distribuzione dei contenuti digitali (con trattenuta di una percentuale sulla transazione) e l’imposizione del divieto di comunicare canali alternativi e potenzialmente più economici.

La Commissione teme che gli utenti dei dispositivi Apple paghino prezzi significativamente più elevati per le sottoscrizioni ai servizi musicali o che sia loro impedito di acquistare alcuni abbonamenti direttamente nelle applicazioni.

Il caso ha preso il via con la denuncia di Spotify risalente al 2019. In un articolo dedicato la replica da parte del gruppo di Cupertino.

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Pubblicato il
30 apr 2021
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