Commissione europea: i gig worker sono dipendenti

Commissione europea: i gig worker sono dipendenti

L'obiettivo della proposta di direttiva della Commissione europea è migliorare le condizioni di lavoro dei rider e di altri gig worker.
Commissione europea: i gig worker sono dipendenti
L'obiettivo della proposta di direttiva della Commissione europea è migliorare le condizioni di lavoro dei rider e di altri gig worker.

La Commissione europea ha proposto una serie di misure con l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro dei cosiddetti “gig worker“, ovvero persone che lavorano per le piattaforme digitali, in particolare i rider di Uber, Deliveroo e altre aziende che consegnano cibo a domicilio. In base alla nuova proposta di direttiva, i gig worker devono essere considerati lavoratori subordinati con tutti i diritti associati.

Migliori condizioni di lavoro per i rider

La Commissione europea scrive che le piattaforme digitali sono “società operanti su Internet che fungono da intermediari e organizzano il lavoro svolto da lavoratori subordinati o autonomi per clienti terzi“. Il loro modello di business è basato su tecnologie che sfruttano specifici algoritmi per abbinare efficacemente domanda e offerta di lavoro o servizi. Delle oltre 28 milioni di persone che in Europa lavorano per le piattaforme digitali, circa il 55% guadagna meno del salario minimo orario netto.

La proposta di direttiva prevede innanzitutto i criteri che determinano se la piattaforma è un datore di lavoro. In tal caso, le persone dovranno avere gli stessi diritti dei lavoratori subordinati: salario minimo, contrattazione collettiva, orario di lavoro, tutela della salute, ferie retribuite, protezione contro gli infortuni sul lavoro, disoccupazione, malattia e pensioni di vecchiaia.

Un altro obiettivo della proposta è rendere più trasparenti gli algoritmi. I lavoratori potranno inoltre contestare le decisioni automatizzate. Le piattaforme digitali dovranno anche dichiarare il lavoro nel paese in cui viene svolto e mettere a disposizione delle autorità nazionali determinate informazioni sulle persone e sulle relative condizioni di lavoro. Non potranno infine raccogliere o trattare dati personali non direttamente connessi al lavoro svolto e non potranno raccogliere dati, quando la persona non è connessa all’app o al sito web.

La proposta della Commissione europea verrà ora discussa dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea. In caso di approvazione, gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire le disposizioni della direttiva nella legislazione nazionale.

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Pubblicato il
9 dic 2021
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