Dalla Commissione Europea è arrivato un importantissimo semaforo verde per gli investimenti dello Stato nel progetto della banda ultralarga. Grazie al semaforo verde acceso dall’antitrust europea, infatti, il regime da 3,8 miliardi di euro – messi a disposizione attraverso il PNRR per la copertura delle zone digital divise – potrà essere regolarmente utilizzato senza dover incorrere nei limiti imposti per gli investimenti limitati in quanto indebiti “aiuti di Stato”.
UE: ok agli investimenti sulla banda larga
Questo il placet della commissaria Margrethe Vestager sul progetto:
Questo regime da 3,8 miliardi di EUR dello Stato italiano sosterrà lo sviluppo di reti ad alte prestazioni in zone che sono attualmente scarsamente servite in Italia. Esso consentirà ai consumatori e alle imprese di accedere a servizi Internet di alta qualità, contribuendo alla crescita economica del paese e garantendo nel contempo che la concorrenza non sia indebitamente falsata.
Secondo quanto spiegato nella comunicazione ufficiale che accompagna la decisione delle autorità europee, la Commissione ha valutato il cospicuo finanziamento “alla luce dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che autorizza gli aiuti di Stato destinati ad agevolare lo sviluppo di alcune attività o di alcune regioni economiche“: un regime speciale per un settore che necessita di immediato impulso, in quanto soltanto con un aiuto statale è possibile ovviare all’assenza di investimenti nelle zone cosiddette “a fallimento di mercato”.
La misura ha anche un effetto di incentivazione, in quanto facilita la diffusione e il funzionamento di reti fisse ad alte prestazioni in zone in cui gli operatori privati non sono disposti a investire a causa dei costi di installazione elevati che non sono controbilanciati da un livello adeguato di entrate previste. Infine, esistono salvaguardie sufficienti che eviteranno indebite distorsioni della concorrenza. In particolare, la misura garantisce il rispetto del principio della neutralità tecnologica, non favorendo alcuna tecnologia particolare rispetto alle altre.
La decisione della Commissione Europea era sicuramente attesa, ma si trattava al tempo stesso di un passaggio fondamentale poiché l’investimento nella banda larga è una delle componenti fondamentali del PNRR e per l’Italia è una vera e propria scure che scende su di un problema cronico e penalizzante. 3,8 miliardi consentiranno di investire laddove nessun operatore è arrivato e dove nessuno ha interesse a poter arrivare in tempi compatibili con quelli di un Paese che vuol restare al passo con i tempi.
Il PNRR avrà questa grande responsabilità sulle spalle: non è aiuto di Stato, ma è stretta, ferma e assoluta necessità.