Commissione UE contro Meta: moderazione non è censura

Commissione UE contro Meta: moderazione non è censura

La Commissione europea ha risposto alle accuse di Mark Zuckerberg, ricordando che Meta deve sempre rispettare gli obblighi del Digital Services Act.
Commissione UE contro Meta: moderazione non è censura
La Commissione europea ha risposto alle accuse di Mark Zuckerberg, ricordando che Meta deve sempre rispettare gli obblighi del Digital Services Act.

Meta ha annunciato l’eliminazione del programma di fact-checking (a partire dagli Stati Uniti) e l’uso delle Community Notes per la moderazione dei contenuti, come avviene su X. La novità è stata ovviamente apprezzata da repubblicani, Elon Musk e Donald Trump, ma è stata fortemente criticata dalle organizzazioni che combattono contro la disinformazione. Sulla questione è intervenuta anche la Commissione europea.

Moderazione non significa censura

L’attuale programma di fact-checking, introdotto nel 2016, prevede il supporto di oltre 90 organizzazioni nel mondo. Il loro compito principale è individuare notizie ingannevoli o completamente false. In tal caso viene aggiunta l’etichetta “Contenuto verificato come falso da fact-checkers indipendenti“.

Le organizzazioni non hanno mai chiesto la rimozione dei contenuti. Meta riduce la visibilità nei feed e rimuove solo quelli che violano le regole (ad esempio incitamento all’odio, account fasulli o terrorismo). Mark Zuckerberg ha sottolineato che la moderazione ha raggiunto livelli di censura, anche per colpa delle leggi europee, tra cui il Digital Services Act.

Un portavoce della Commissione europea ha dichiarato che la moderazione non significa censura. Le leggi europee impongono solo l’implementazione di misure per limitare la diffusione di contenuti pericolosi per i minori e la democrazia. Il DSA non obbliga le piattaforme a rimuovere i contenuti leciti.

È prevista però una valutazione dei rischi. Se e quando verrà chiuso il programma di fact-checking in Europa, Meta dovrà comunque dimostrare che l’uso delle Community Notes è efficace. Secondo Tommaso Canetta, vicedirettore di Facta News (piattaforma italiana finanziata da Meta per contrastare la disinformazione), le note della collettività sono utili solo per segnalare prodotti illegali o truffe. La Commissione europea ha già avviato un’indagine per il mancato rispetto degli obblighi relativi al contrasto alla disinformazione.

La modifica delle regole sull’incitamento all’odio potrebbe trasformare Facebook, Instagram e Threads in luoghi virtuali invivibili per alcune categorie di utenti. Dato che i post di Threads possono essere pubblicati anche su Mastodon, il CEO Eugen Rochko ha ricordato che verranno applicate le regole di Mastodon e non quelle di Meta per gli account Threads.

Fonte: Reuters
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Pubblicato il
9 gen 2025
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