Già, i primi 40 anni. Perché siamo certi che, nel 2062, ci sarà ancora qualche irriducibile a celebrare un pezzo di storia ormai lontana, magari mantenendo stoicamente vivo il ricordo di pomeriggi dell’infanzia trascorsi in compagnia del Commodore 64. Lo guarderanno con un mix di compassione e curiosità ragazzi che oggi non sono ancora nati, immersi nei loro mondi virtuali in stile Ready Player One. Successore del VIC-20, per buona parte della generazione cresciuta negli anni ’80 ha rappresentato il primo punto di contatto con il mondo dell’informatica. E del gaming.
Da 40 anni, il Commodore 64
Lanciato nell’agosto 1982 negli Stati Uniti, l’home computer rimarrà in commercio fino al 1994, facendo i conti con la concorrenza delle macchine Amstrad, Apple e Atari dell’epoca. L’esordio in Italia è datato marzo 1983.
Spinto dall’unità il MOS Technology 6510, con 64 kB di DRAM e 20 kB di ROM (esatto, 20 kB), deve in parte la propria fortuna ai processori dedicati a video e audio, rispettivamente MOS VIC-II e MOS SID. Qui sotto un nostalgico spot trasmesso sulle reti nostrane.
Le potenzialità integrate inizialmente dal Commodore 64 furono ben presto ampliate dall’arrivo di periferiche e accessori. Su tutti, il lettore di cassette e quello dei floppy. Ne furono realizzate diverse versioni (quella nell’immagine di apertura è la seconda, la più popolare).
Di recente abbiamo scritto su queste pagine di un prototipo, il Commodore 65, progettato all’inizio degli anni ’90 e mai lanciato.
Oggi il C64 è roba da collezionisti e retrogamer. Difficile per qualcuno nato nel nuovo millennio comprendere cosa abbia rappresentato. C’è la versione Mini lanciata qualche anno fa, con tanto di riproduzione del joystick originale e 64 giochi inclusi (tra i quali Boulder Dash, California Games, Summer Games II e Winter Games), confezionata per cavalcare l’onda della nostalgia per un’epoca che non c’è più se non nei ricordi di chi l’ha sperimentata e vissuta sulla propria pelle.